Ancora una volta il governo gongola fornendo agli italiani dati imprecisi, recuperati dai suoi esponenti chi sa in base a quali strani calcoli. Proprio mentre uno dei fidati renziani, Yoram Gutgeld, rivendicava i risultati dell’azione dell’esecutivo sulla base di dati ministeriali, interloquendo con il Sole 24 Ore, veniva prodotto un medesimo studio dal Centro studi Unimpresa di natura totalmente opposto. Infatti, sommando tutti i dati relativi agli incarichi, sia interni sia esterni, si ottiene un esborso di quasi 1,5 miliardi per quasi 600mila mandati, spalmati su oltre 300mila soggetti che sono esterni per più della metà alla Pubblica Amministrazione. Nel dettaglio, la notizia ed i dati possono essere letti oggi in un articolo di Gian Maria De Francesco su ilGiornale.it, non è stata attuata una vera spending review in quanto la Spesa Pubblica è cresciuta di 53 miliardi di euro e l’anno scorso addirittura è aumentato anche il carico fiscale con nuovi 26 miliardi di euro di tasse. La percezione di questi aumenti è stata però avvertita meno dagli italiani in quanto nel 2015 il Paese è rientrato in un ciclo macroeconomico di crescita che ha attenuato l’incidenza della pressione fiscale in rapporto al PIL. La riduzione delle tasse, della quale Matteo Renzi si vanta tanto, non sarebbe in realtà mai avvenuta o meglio non è avvenuta per merito del suo operato ma per una congiuntare economica favorevole a livello internazionale! E la delusione e lo stupore continuano nei dati diffusi dal ministro della Pubblica Amministrazione, guidato da Marianna Madia. Aumentano (come accadeva in passato) i compensi per gli incarichi conferiti da Regioni, ministeri, università e tutto il resto della Pa, sfiorando gli 1,2 miliardi. I soggetti chiamati a consulenze e collaborazioni è aumentato del 15,7% su base (2014). Questo genere di spese in crescita si sono verificate ancora una volta nel comparto regionale, in cui, nel 2014 si è registrato un aumento dei costi del 113%, seguito da ricerca (+56%), scuola (+55%) fin anche nei ministeri e nelle agenzie fiscali (+32%). Quale spending review e quali successi ci sarebbero dietro queste cifre?