Il tempo dell’attesa è finito. Azione Nazionale, il movimento nato sulle ceneri di Alleanza Nazionale prima, e del Pdl poi, inaugura la propria sede politica anche nella città in riva allo stretto. L’appartemanto di via Miraglia è gremito di gente, non solo quella orfana di una “destra identitaria” che sappia anche essere “destra di governo” – come è stato più volte ribadito dai relatori – ma anche quella che non si accontenta più delle eterne promesse da campagna elettorale del centrosinistra. Un evento importante – alla presenza di Fausto Orsomarso, portavoce nazionale e consigliere regionale, Pasquale Viespoli, ex Senatore e Presidente del comitato promotore, e Livio Marrocco, componente consiglio direttivo, assessore ed ex deputato, nonché di esponenti di altri partiti di centrodestra e di movimenti civici – perché, ha sottolineato Alessandra Bordini che ha introdotto i lavori, “Reggio è la capitale indiscussa della destra italiana”, una destra che oggi sta attraversando una profonda crisi.
Bordini: “Qualcosa di nuovo che rivitalizza tradizioni e principi della destra”
“Reggio Calabria – ha continuato – riflette lo scenario nazionale” e oggi appare come una città in ginocchio e distrutta, per nulla paragonabile agli anni in cui “generò una classe dirigente forte di destra” che difese il sud e la città e che con la stessa città è riuscita a creare un legame forte basato sulla consapevolezza di valori importanti e tutta una serie di attività, investimenti e opere che “hanno ridato vitalità all’economia della città”. Una città che oggi, invece, “continua a subire degli scippi”, come nel caso dell’agenzia dei beni confiscati e del “decreto Reggio” che “è stato ampiamento depauperato nel corso degli ultimi due anni. L’obiettivo – ha concluso – dovrà essere quello di recuperare quel rapporto di fiducia che la destra ha sempre avuto con la città, “aderendo con entusiasmo a qualcosa di nuovo che però non sradica le tradizioni e i principi fondanti della destra” ma “che li rivitalizza sotto una veste nuova”, nel segno dell’ascolto e della partecipazione, di una progettualità viva e della valorizzazione delle specificità locali e territoriali.
Siclari: “Al sud i valori della destra sono ancora saldi”
Di tenore simile, l’intervento di Ernesto Siclari, presidente del comitato per la ricostruzione del centrodestra, che ha evidenziato due aspetti che accomunano il comitato e Azione Nazionale, ovvero la volontà di tornare a parlare di contenuti e programmi, partendo dai valori, e la presenza di “un’ottica centro-meridionalista” che consente di guardare al “sud come risorsa e non come palla al piede”, perché “al sud i valori della destra sono ancora saldi”. Ma, proprio rispetto alla crisi di una politica che si è autodelegittimata ma che “non può rinunciare al proprio ruolo e al proprio primato”, Azione Nazionale può giocare un ruolo importante perché “affonda le proprie radici in un humus valoriale profondissimo e ha come prospettiva quella di provare a riunire il centrodestra”. E la ricostruzione, secondo Siclari, potrebbe ripartire proprio da Reggio Calabria, considerando che qui la destra è riuscita a resistere, rispetto alla grave crisi nazionale.
Orsomarso: “Costruire un centrodestra che possa vincere”
Ma Azione Nazionale non è solo questo. Nella visione di Fausto Orsomarso è “un’operazione che parte dal basso” in un’Italia “in cui vediamo sorgere dall’alto e non dal basso diversi partiti che sono operazioni di palazzo di gente che sta in quel palazzo e ricostruisce partiti, sigle e nomenclature per difendere una posizione”. Di fronte a una sinistra che, rispondendo col renzismo, vorrebbe farci fare cinquant’anni di passi indietro, “in un centrodestra entrato in crisi”, Azione Nazionale sarà “un movimento che vuole ragionare”, consentendo di riacquistare il ruolo che le è proprio a una “destra credibile, matura, di governo”, che abbia il coraggio di difendere valori, tradizioni e uomini, con spirito positivo “per costruire, in un’Italia che ha sete e domande sul futuro, un’alternativa” al centrosinistra e “un centrodestra che possa vincere”.
Marrocco: “Costruire un percorso che dia una “prospettiva”
Decisivo anche l’intervento di Livio Marrocco, che, oltre a lanciare un appello per opporre “valori di riferimento dispersi” di fronte alla “dittatura del nulla” rappresenta dal renzismo, ha denunciato la scomparsa del Sud dall’agenda politica di questo governo. E proprio “da questa consapevolezza nasce la necessità di costruire un percorso”, un progetto culturale “che parte dalla necessità di ridare voce a chi non ce l’ha, quindi al meridione, ai disoccupati, alle categorie professionali abbandonate, alle aziende” e che, rivolgendo la propria attenzione alla classe dirigente, dia una “prospettiva sociale, culturale ed economica” che non può essere l’ordinaria amministrazione o l’emergenza di ogni giorno, e che si concretizzi “come proposta” e non come “mera opposizione”.
Viespoli: “Ricostruire la destra italiana significa ricostruire la comunità nazionale”
Le conclusioni vengono lasciate al senatore Viespoli che, dopo aver allontanato ogni ipotesi di “reducismo” ha parlato prima della necessità di “riconsegnare alla politica italiana una storia, nobile alta e pulita e, poi, dell’esigenza di valutare il crollo del tasso di partecipazione al voto, che ha colpito duramente anche il centrodestra, rispetto a quella che definisce una “democrazia senza popolo” oligarchica, priva di “mobilitazione e partecipazione popolare”. Una circostanza che porta con se la necessità di “una nuova offerta politica che dia rappresentanza a un’opinione pubblica di centrodestra che non ha più punti di riferimento. Secondo Viespoli, la fase che stiamo attraversando “assomma due straordinarie questioni”, ovvero la questione economico-sociale, che riguarda la “marginalità del mezzogiorno nel contesto nazionale”, e la questione valoriale che, invece, riguarda “lo “scivolamento etico, relativista e nichilista”. “Per queste ragioni abbiamo il dovere di compiere lo sforzo di riannodare i fili lacerati di una comunità che deve essere recuperata – ha concluso Viespoli – perché “ricostruire la destra italiana significa ricostruire la comunità nazionale”.