“prima ancora, dobbiamo proibire le condizioni che daranno luogo all’utero in affitto”
“Nella posizione di Area Popolare non c’è alcun intento discriminatorio. Ci vergogneremmo se soltanto avessimo pensato all’idea di una discriminazione nei confronti di soggetti che hanno orientamenti sessuali di natura per l’appunto omosessuale, né tantomeno c’è il rifiuto di una disciplina legislativa del rapporto omosessuale, quindi le unioni civili da intendersi come unioni regolative dei rapporti tra soggetti dello stesso sesso”. Lo dichiara Nico D’Ascola, Presidente della Commissione Giustizia del Senato, nel corso del suo intervento in aula sulle unioni civili. “Tuttavia, intendiamo spiegare le ragioni della nostra posizione politica, ma anche di quelle scelte morali, di quella visione della società che inevitabilmente costituisce la parte fondativa di ogni posizione che deve essere assunta su temi che riguardano la posizione etica, l’orientamento sessuale, ma anche la visione complessiva della società che si immagina di progettare per il futuro. Quindi non un no aprioristico, non una chiusura determinata da ragioni di discriminazione, ma la possibilità di poter spiegare in maniera del tutto chiara la nostra posizione. Il punto di arrivo del nostro ragionamento è quello costituito dal fatto che l ‘utero in affitto si deve vietare, prima ancora, dobbiamo proibire le condizioni che daranno luogo all’utero in affitto. La mozione per la messa al bando universale della pratica dell’utero in affitto della senatrice Finocchiaro è del tutto condivisibile, mi sento di sottoscriverla. Anzi, in un certo senso l’ho sottoscritta ancor prima, con la presentazione di un emendamento, nella parte in cui chiediamo ragionevolmente che alle pratiche di utero in affitto sia trasferita la disciplina giuridica che sta per il turismo sessuale, già nel codice penale, all’articolo 604. Rendere, cioè, punibile anche in Italia una condotta di utero in affitto commessa all’estero, su di un territorio dove quella condotta è consentita”.