Le recenti manovre messe a Bruxelles rischiano di danneggiare la nostra produzione olivicola

Alessandro NicolòL’olio extravergine d’oliva è una delle eccellenze italiane. In Calabria esso costituisce il motore dell’economia, essendo la seconda regione produttrice a livello nazionale. Eppure, le recenti manovre messe in atto da Bruxelles rischiano di danneggiare irrimediabilmente la competitività della nostra produzione olivicola a vantaggio della Tunisia che ha ricevuto incentivi in ragione di esigenze geopolitiche e strategiche dell’Ue. Il via libera all’importazione agevolata sul mercato europeo di 70 mila tonnellate di olio d’oliva provenienti dalla Tunisia per i prossimi due anni, altererà i meccanismi di mercato, nuocendo alle aziende italiane e calabresi che nel 2013-2014 hanno già subito un calo produttivo considerevole.  La decisione, che ancora è suscettibile di correzioni e modifiche, poiché attende il voto in Aula a Strasburgo, ha determinato una ‘levata di scudi’ di Agrinsieme, coordinamento tra sindacati del settore che responsabilmente ha assunto una posizione di netta e forte contrarietà alla decisione di Bruxelles.  Le politiche europee rischiano di minare il futuro di un prodotto sul quale il Paese e la Calabria hanno scommesso per l’importante riscontro in termini di profitto, visibilità e successo imprenditoriale.  L’Europa non può pensare di utilizzare la produzione agricola italiana come contropartita nei rapporti e nelle relazioni con altri Paesi.  Ci attendiamo dunque un responsabile ripensamento da parte dei vertici Ue su una questione che non può essere avallata. Chiediamo sostegno all’Europa per ridisegnare le azioni atte a favorire una crescita sistemica dell’olivicoltura italiana e calabrese e per non lasciare nulla d’intentato in un settore che presenta ampi margini di sviluppo. Un comparto, dove servono scelte decise e coraggiose.  L’Unione europea deve scommettere sull’extravergine italiano in un contesto d’insieme che promuova e curi ricerca specialistica, formazione degli operatori e valorizzazione del prodotto. Tutto questo nel quadro di una strategia di marketing che da un lato, assecondi le richieste dei consumatori, dall’altro, incontri le esigenze dei mercati.  Investire su innovazione per innalzare la qualità degli oli prodotti, è una necessità dalla quale dipende una svolta significativa della nostra olivicoltura che guarda all’internazionalizzazione quale nuova sfida per la filiera agroalimentare calabrese.  Pertanto si faccia carico il Presidente Oliverio di alzare la voce nelle sedi competenti e di far valere le ragioni del nostro territorio a difesa di attività produttive che sono fonte di sviluppo e crescita economica delle realtà calabrese.

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