Dalle ultime notizie che si apprendono da fonti ufficiali europee la Polonia si dice pronta a porre il veto su qualsiasi nuovo piano di quote di introduzione nuovi profughi all’interno del suo territorio. Sono molti i Paesi che vogliono ristabilire i controlli alle frontiere, utilizzando l’articolo 26, che ne prevede l’introduzione sino ad un massimo di 2 anni di tempo e quindi la conseguente sospensione del trattato di Schengen. Sono invece sei quelli che ne hanno già usufruito: Austria, Danimarca, Francia, Germania, Norvegia e Svezia. L’art. 26 nacque nel 2013 nel periodo delle primavere arabe per arginare il flusso di migranti dall’Italia verso la Francia. Oggi è tutto in discussione le frontiere greche si rivelano molto deboli e pericolose per tutta l’unione. C’è preoccupazione anche se chi come l’Italia mette in evidenza che bloccare la libera circolazione seppure a tempo determinato è come invalidare la logica stessa per la quale è nata l’Europa. Sta di fatto, che molti Stati adottano misure drastiche, per esempio, la Danimarca ha approvato delle norme sui richiedenti asilo come quella di privarli di denaro e oggetti di valore oltre 1.300 euro per contribuire alle spese di mantenimento e alloggio ed un periodo di tre anni prima di poter beneficiare delle riunificazioni familiari. L’unica cosa che potrebbe salvare Schengen è il reale e massivo utilizzo degli hotspot per l’identificazione e l’eventuale divisione dei migranti.