La Giunta Regionale, con Delibera n.6 del 18 gennaio 2016, ha modificato il calendario venatorio 2015/2016 anticipando la chiusura della caccia in Calabria al Tordo bottaccio al 20 gennaio 2016, per evitare l’esercizio del potere sostitutivo del Consiglio dei Ministri che nella seduta del 15 gennaio 2016 ha varato un provvedimento che prevede la chiusura della caccia in diverse regioni tra cui la Calabria. Questo atto assunto dal Ministero dell’Ambiente, lo riteniamo grave – dichiara il Pres. Fancesco Delfino – poiché viola i principi di autonomia decisionale delle regioni in materia e privo di fondamenti scientifici che avvalorano queste determinazioni. Riteniamo – continua il dott. Delfino – che la Regione Calabria, che per tempo e nelle giuste modalità ha provveduto a segnalare ai Ministeri competenti la bontà dei dati, risultanti da ricerche scientifiche svoltesi in Calabria, utilizzati a supporto del calendario venatorio, fornendoli anche ufficialmente in apposita riunione della Conferenza Stato – Regioni, NON DOVEVA modificare il proprio Calendario Venatorio, bensì doveva impugnare l’atto Ministeriale dinanzi al TAR per tutelare la propria autonomia decisionale ed i diritti di NOI cacciatori che ricopriamo un ruolo importantissimo nella difesa dell’ambiente e della biodiversità. Da fruitori e conoscitori del nostro ambiente e delle componenti che ne determinano l’habitat, flora e fauna, – afferma Giuseppe Barbaro Portavoce del Circolo “La Beccacia”- possiamo asserire confortati da solidi elementi scientifici che il passaggio di questa specie di tordo entro il 31 gennaio non coincida assolutamente con il periodo prenuziale o di riproduzione, pertanto il prelievo venatorio fino a tale data non incorre in alcuna violazione della normativa europea in materia. Inoltre, nella confinante Francia, come nel resto dei paesi del bacino mediterraneo, sulla stessa specie il prelievo venatorio viene esercitato sino al 20 Febbraio. Non capiamo come mai questo Governo e di conseguenza la Regione Calabria, che si è piegata alle indicazioni romane, non intraprendano con altrettanto solerzia un provvedimento per diminuire la densità di cinghiali sul territorio calabrese, dove la diffusione dei cosiddetti ungulati è altissima con forti danni all’agricoltura, emanando una legge speciale per tutelare l’equilibrio ambientale del nostro territorio e la sicurezza dei cittadini. Nel concludere – il Pres. Delfino afferma – che insieme alle Associazioni Venatorie ed Agricole decideremo come tutelare nelle sedi opportune i nostri diritti per la difesa del nostro Territorio. Ci chiediamo, infine, perché questo Governo non ha inserito nessun reato venatorio nel provvedimento “Depenalizzazione”, eppure molte delle infrazioni che i cacciatori commettono sono sicuramente meno gravi rispetto alla guida senza patente, alla coltivazione di Cannabis, ecc…