Secondo l’Agenzia Federale per il controllo nucleare vanno distribuite a tutta la popolazione
La distribuzione di compresse allo iodio, utilizzabili in caso di disastro nucleare, dovrà riguardare l’intero paese. È una delle misure proposte dal Consiglio scientifico per lo studio degli effetti delle radiazioni ionizzanti. L’Agenzia federale belga per il controllo nucleare (FANC) ha pubblicato venerdì la relazione del Consiglio sul suo sito Web. Attualmente, ai residenti che vivono entro un raggio di 10 km nei pressi delle centrali nucleari vengono distribuite delle pastiglie di iodio che in caso di incidente con fughe radioattive dovrebbero proteggere dal cancro alla tiroide. Lo iodio è stato concepito per ridurre le conseguenze delle radiazioni radiologica sulla salute umana in caso di incidente. Sulla base di diversi studi effettuati dopo il disastro nucleare di Fukushima, ora dovrebbe essere estesa l’area di distribuzione dello iodio su tutto il territorio, poiché la misura adottata sino ad oggi viene però ritenuta insufficiente: in caso di vento sfavorevole gli effetti delle radiazioni si spingono ben oltre i 50 km. Per questo motivo la distribuzione capillare delle pastiglie andrebbe esteso a tutta il Belgio. Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” questa compresse di iodio non risolvono il problema delle altre patologie dovute alle radiazioni. Queste pastiglie permettono unicamente di lottare contro il cancro alla tiroide. La dicitura ufficiale secondo la quale le compresse di iodio sono una buona misura in caso di incidente è ingannevole. L’unica soluzione veramente efficace è spegnere in modo definitivo le centrali nucleari non solo belghe ma europee.
c.s. Sportello dei Diritti