Anassilaos, il 5 Gennaio apre il ciclo di incontri dedicati alla poesia dialettale italiana

Con un incontro dedicato al siciliano Giovanni Meli (Palermo 1740-1815), nel 150° della morte, considerato il più grande poeta dialettale del Settecento, che si terrà martedì 5 gennaio alle ore 18,00 presso la Sala di San Giorgio al Corso, l’Associazione Culturale Anassilaos apre il 2016 con un ciclo di incontri dedicati alla grande poesia dialettale italiana e ai suoi principali esponenti che seguirà un percoAnassilaosrso cronologico e comprenderà, tra gli altri, il milanese Carlo Porta, il romano Giuseppe Gioacchino Belli, il napoletano Salvatore Di Giacomo fino ai calabresi Giovanni Conia, Vincenzo Ammirà, Nicola Giunta ed altri. Il proposito dei promotori dell’iniziativa, la Prof.ssa Neri che curerà l’aspetto critico-letterario di tutti gli incontri, e la Prof.ssa Pina De Felice, responsabile poesia di Anassilaos, nasce dalla necessità di recuperare la grande tradizione poetica dialettale italiana a fronte della grave crisi in cui versa tale forma poetica e letteraria non solo e soltanto per la mancanza, tra le più giovani generazioni, di figure di spicco ma per il problema, più generale e vasto, della perdita dell’identità culturale e storica, e pertanto anche linguistica, che caratterizza i tempi attuali a causa dell’avanzare di nuove forme di comunicazione (pensiamo agli sms) che mettono in crisi la stessa lingua nazionale. Tali incontri contribuiranno a delineare nel tempo, attraverso le diverse realtà geografiche e storiche, le espressioni più significative della poesia dialettale fino all’inevitabile declino. Giovanni Meli è una delle figure più significative della cultura siciliana, medico e docente di chimica presso l’Accademia degli Studi di Palermo, ma soprattutto poeta incline al gusto arcadico, in voga in quel tempo (pensiamo alle sue Elegii e soprattutto alla Buccolica) senza per questo rinunciare ad una sua personalissima capacità di osservazione della realtà e al gusto per la caricatura che si rileva nel poemetto “La Fata galanti”, nelle satire, nelle farse, nell’ Origini di lu munnu e nel poema Don Chisciotti e Sanciu Panza. I suoi ideali umani e letterari compaiono pienamente espressi nelle Favuli morali. Agli animali descritti nella loro realtà, con riferimenti talora alla grande tradizione favolistica di Esopo e Fedro, l’autore affida i propri ideali più sinceri.

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