“Nella conferenza stampa di fine anno per lo scatenatissimo Matteo Renzi ‘il 2015 è andato meglio del previsto’. Un’affermazione che desta preoccupazioni ancor più dell’inadeguatezza governativa perché presuppone delle aspettative da parte di chi ci guida davvero mediocri per il Paese.” Lo dichiara il deputato di Forza Italia Jole Santelli, commentando la lunghissima conferenza stampa del Premier con cui ha chiuso il 2015. “Ricordo ancora il suo insediamento, il campanellino, lo sguardo gelido di Enrico Letta e la straordinaria capacità di Renzi di annunciare ancora prima di pensare a ciò che sta dicendo: ‘Cambierò il verso all’Italia in 100 giorni’ – ‘ Una Riforma al mese per sbloccare il Paese’. Certo, ottimismo e buoni propositi non sono mai da condannare ma è giusto che un politico venga in democrazia valutato per ciò che riesce ad immaginare e per la sua capacità di trasformare un pensiero in azione. Ed è qui che tutte le bugie di Renzi vengono al pettine perché il Premier ha sfruttato il momento peggiore del Paese per conquistare il potere in una stanza e poi ha utilizzato i problemi non per risolverli ma per rafforzare la sua posizione, nascondendosi dietro dei fantomatici gufi che non vorrebbero far ripartire il Paese soltanto perché gli spiattellano in faccia tutte le sue marachelle. Per certi versi Renzi ricorda il protagonista del De Roberto, Consalvo Uzeda il Principe di Francalanza, meschino, spregiudicato e demagogo personaggio della Roma risorgimentale, con la differenza che almeno quest’ultimo passò dal voto popolare per entrare in Parlamento.” “Ma veniamo alle fandonie sparate dal Premier, che fin dal suo insediamento sparge ottimismo nascondendo dati reali, dichiara risultanti inesistenti come in una propaganda di regime. Cominciamo dal debito pubblico, non è affatto vero sia diminuito. E’ bene che Renzi se ne accorga perché in conferenza ha detto l’esatto contrario. Infatti a metà 2014 il debito italiano era al 133,8% del Pil contro il dato attuale registrato al 136% del Pil, a fronte di una riduzione di mezzo punto dell’area euro. Ma è sul Prodotto Interno Lordo che il Premier ha raggiunto l’apice dell’esaltazione del proprio operato. Nel terzo trimestre del 2014 l’Italia era ancora in recessione (-0,5%) mentre l’area euro cresceva di quasi un punto. A distanza di un anno l’Italia cresce dello 0,8% rispetto ad una crescita doppia dell’area Euro dell’1,6% e il nostro Paese si trova sempre nella stessa posizione nella classifica di crescita dei 28 paesi membri, ovvero al terzultimo posto. Questo vuol dire che politiche governative non hanno apportato nessun sprint alla crescita, trascinata semplicemente dal trend economico e favorita da fattori difficilmente ripresentabili contemporaneamente quali il costo bassissimo del petrolio, un cambio euro-dollaro a noi molto favorevole ed un tasso di interesse del denaro imposto dalla bce molto basso. Lo stesso Renzi che attaccava Letta di essere il premier della crescita dello zero-virgola adesso utilizza quello stesso zero-virgola, nemmeno dipeso da lui ma da fattori esterni, come elemento di successo, dando dimostrazione di come il bonus delle 80€, seguito dall’aumento della pressione fiscale, servì da mancia per vincere le elezioni europee ma non a creare benessere, potere d’acquisto e quindi crescita. In materia di disoccupazione totalmente non pervenuto il Jobs Act, e con incentivi alle assunzioni che passeranno adesso da 27mila euro in tre anni a 6mila euro in due, l’Italia mantiene immutata la ventitreesima posizione di un anno fa nella classifica UE a 28. Addirittura sull’immigrazione il Premier supera se stesso, qui si può davvero parlare, come lui stesso si è definito tempo fa, di Renzi 1 e Renzi 2, con il primo che fa a gara con il secondo per spararla più grossa. Infatti dichiara in conferenza che nel 2015 l’Italia “ha registrato un dato di presenza di immigrati che è il più basso degli ultimi 10 anni”, peccato che invece i numeri dicono che nel 2012 gli sbarchi sono stati 13.267, nel 2011 62.692, e dal 2005 al 2010 il picco si registra nel 2008 con 36.951. Il 2015 ha registrato un dato di ben 150mila sbarchi, leggermente più basso soltanto del 2014 a causa dello spostamento delle rotte di migrazione verso la Grecia e i Balcani, in cui il governo da febbraio era guidato da Renzi, in cui si sono registrate 170mila presenze. Da notare che l’unico dato positivo si ha proprio sulle politiche industriali, che in questo governo non se ne sono proprio viste, dato prodromico di un Paese che non è governato da nessuno, che vede la Produzione industriale crescere dello 0,5%. Se dovessi scegliere un termine per definirlo utilizzerei bonus-man. Dopo gli 80€ alle elezioni europee ha preso in giro le forze dell’ordine con un bonus di pari entità che sa di mancia e addirittura poi ha pensato bene di poter risolvere i gap culturali di quella generazione che Giovanni Sartori definirebbe dell’homo videns attraverso un altro bonus, questa volta di 500€, ai neo 18 enni. Come se la cultura fosse qualcosa di materiale da poter comprare non appena maggiorenni, e combinazione con diritto al voto, senza tener invece conto dell’educazione scolastica che ne sta alla base. E la sicurezza? Beh mettere la sicurezza come priorità solo dopo l’attentato di Parigi equivale a pettinarsi dopo essere diventati calvi. Ha persino tentato in alcune ultime dichiarazioni di passare per leader europeo quale non è, basta pensare ai momenti di tensione in cui si paventava la “grexit” che vedevano l’Italia come terzo creditore assoluto della Grecia e come addirittura primo creditore in relazione al Pil nazionale, con il nostro premier che non è nemmeno stato invitato alle trattative portate avanti dal duo Merkel-Hollande oppure al problema immigrazione in cui Renzi, nonostante la Lady PESC Mogherini (unico risultato di un semestre di presidenza del consiglio europeo a marchio Italiano), non ha ottenuto nulla dall’Europa se non diktat prontamente recepiti come un figlio dopo un rimprovero dei genitori. E la sicurezza? Beh il Premier ha cominciato a parlare di questo tema soltanto dopo l’attentato di Parigi. Un pò come comprare un pettine dopo essere diventati calvi. Il pressapochismo più totale. Alla luce di ciò è evidente che l’Italia non merita un governo basato sulle menzogne, perché ogni volta che Renzi dice una bugia priva agli italiani il sacrosanto diritto alla verità. Ogni volta che il premier dispensa il sole in tasca quando tutt’intorno è bufera cerca di privarci del diritto all’informazione e della speranza del benessere.”
On.Jole Santelli
Coordinatore Regionale Forza Italia Calabria