Se il percorso per arrivare alla soluzione della crisi libica possa (o meno) andare incontro a un processo di accelerazione, saranno soltanto le prossime settimane a dirlo. E questo nonostante la tanto attesa risoluzione dell’Onu, approvata all’unanimità, attraverso la quale il Consiglio di Sicurezza non si è limitato a fornite legittimità all’Accordo Politico firmato a Skhirat, in Marocco, il 17 dicembre, ma ha anche concesso 30 giorni per giungere alla formazione del Governo di unità nazionale con Tripoli capitale. Inoltre – secondo quanto dichiarato dal Ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, attraverso un comunicato apparso sul sito del Ministero – un volta giunti alla formazione di questo Governo, gli altri Stati sarebbero esortati “a rispondere positivamente alle richieste di aiuto che verranno nei prossimi mesi dal governo legittimo libico”.
Condizionale obbligatorio
Il condizionale resta comunque d’obbligo, considerati i delicati equilibri che da qualche anno stanno caratterizzando il Paese un tempo governato del Colonnello Gheddafi, oggi al centro di una pericolosa fase di destabilizzazione. Come è noto, oggi in Libia sono presenti due Governi in contrapposizione tra loro, quello laico di Tobruk e quello filo-islamico di Tripoli.
In questo contesto sono riusciti a ritagliarsi spazi sempre più consistenti i fondamentalisti, soprattutto quelli legati all’Isis, che rivendicano il controllo del territorio e che, secondo quando ribadito in varie circostanze dai servizi di Intelligence, potrebbero svolgere un ruolo di primo piano anche in merito all’organizzazione dei flussi migratori, fenomeno che porta con se anche la tragica possibilità dell’arrivo nel nostro Paese di terroristi jihadisti. Lo Stesso Al-Baghdadi, il leader dello Stato Islamico, assieme ai suoi più stretti collaboratori, dovrebbe trovarsi nella città di Sirte, a due passi da casa nostra.
Il commento del Ministro Gentiloni
La posizione del Governo italiano, tuttavia, è stata ampiamente espressa dal Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che ha parlato di “regalo di Natale” e di un nuovo passo vero la pace e la stabilizzazione. Il Ministro – attraverso un comunicato stampa apparso sul sito del Ministero – ha anche rivendicato il ruolo svolto dall’Italia, anche e soprattutto in seguito al vertice di Roma del 13 dicembre. “Proprio la dichiarazione comune di Roma è infatti la base della Risoluzione adottata questa sera a New York”. “Non posso che esprimere – ha concluso – la grande soddisfazione dell’Italia per il risultato raggiunto dallo sforzo diplomatico nostro e di tutti i maggiori paesi interessati”.