Due importanti eventi mirati alla diffusione delle attività scientifiche e tecnologiche sviluppate in Italia per la salvaguardia dei Beni Culturali si sono svolti a Washington DC negli Stati Uniti d’America
l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha presentato in questi giorni, presso l’Ambasciata Italiana e la sede della World Bank a Washington DC, le attività svolte nell’ambito del progetto PON01-02710 MASSIMO finanziato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) per la salvaguardia dei Beni Culturali in aree sismiche, illustrando: l’architettura infrastrutturale, il relativo sistema di monitoraggio e i principali risultati tecnico-scientifici ottenuti sui dimostratori individuati dalla Regione Calabria. Ai due workshop hanno partecipato rappresentanti dell’INGV, dell’Agenzia Nazionale per le nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo economico sostenibile (ENEA), dell’Università della Calabria, oltre ad agenzie federali come United States Geological Survey (USGS), Smithsonian Institution, Library of Congress, agenzie americana per la cooperazione allo sviluppo (USAID) National Gallery, con diverse Università e Centri di Ricerca americani.
“L’evento”, spiega Maria Fabrizia Buongiorno, ricercatrice dell’INGV e responsabile scientifica del progetto, “è stato organizzato con il duplice obiettivo di presentare le capacità tecniche sviluppate dagli istituti di ricerca italiani e, contestualmente, instaurare un dialogo e un confronto operativo con le istituzioni americane sulle possibili sinergie per affrontare la complessità delle sfide tecnologiche necessarie a migliorare il monitoraggio dell’ambiente urbano, ponendo particolare attenzione alla sorveglianza, sicurezza e salvaguardia delle aree urbane e delle infrastrutture critiche (come i beni culturali)”.
Le aree urbanizzate sono ambienti molto complessi, in continua evoluzione, che pertanto necessitano di soluzioni tecnologiche real-time o near-real-time, al fine di garantire un efficace monitoraggio delle risorse e affrontare la valutazione multi-rischio, ponendo particolare attenzione alla copertura territoriale, alla risoluzione e ai costi economici e temporali.
“Inoltre questo workshop si inquadra nell’ambito delle attività realizzate dal gruppo di lavoro ‘Scienza della Terra’ coordinate da INGV e USGS (attivato nel 2013), sotto l’accordo di cooperazione scientifica e tecnologica tra Italia e Stati Uniti”, prosegue Fabrizia Buongiorno.
Il meeting si è concluso con un evento a finalità divulgative, dedicato a diffondere la ricchezza culturale e territoriale della Regione Calabria, sede di sviluppo del Progetto PON MASSIMO. Il workshop, introdotto dal Ministro Luca Franchetti Pardo, Vice Capo Delegazione dell’Ambasciata Italiana in USA, è stato incentrato sulla presentazione delle attività di INGV ed ENEA per il monitoraggio e la protezione dei beni culturali in Calabria e su un’attività di promozione del patrimonio culturale della stessa regione e dei
suoi tesori che fanno parte anche del Patrimonio UNESCO, curato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Reggio Calabria, rappresentato a Washington dall’assessore Patrizia Nardi, intervenuta sulla base di un progetto del Dipartimento Programmazione Nazionale e Comunitaria della Regione Calabria.
“La grande partecipazione a questi eventi”, aggiunge la ricercatrice dell’INGV, “è stata resa possibile grazie al contributo organizzativo offerto dall’ufficio di cooperazione scientifico tecnologico dell’Ambasciata Italiana a Washington e al sostegno dell’Istituto di Cultura Italiana presso la stessa Ambasciata”.
Nella sede di Washington della Banca Mondiale si è tenuto il secondo evento divulgativo nel quale l’INGV e l’ENEA hanno presentato le soluzioni e gli approcci tecnologici sviluppati per la difesa del Patrimonio Culturale soggetto a eventi naturali o antropici, con il principale obiettivo di mostrare l’applicabilità e scalabilità delle diverse metodologie d’indagine, controllo e protezione in contesti diversi da quello italiano. In particolare, sono state affrontate le problematiche relative al trasferimento tecnologico in paesi in via di sviluppo.
“La Banca Mondiale ha mostrato un forte interesse per le tecnologie mostrate, e sono state discusse possibili attività di supporto dell’INGV nell’ambito di progetti attivi in aree colpite da eventi catastrofici”, conclude Maria Fabrizia Buongiorno.