Non sono tempi particolarmente felici per l’Unione Europea. Ma questo lo sapevamo già. La crisi economica interna, la mancanza di una posizione comune degli Stati membri rispetto a importanti questioni internazionali – pensiamo soltanto al contesto mediorientale, alla lotta al terrorismo e all’immigrazione, tanto per restare sui temi caldi dell’attuale agenda politica europea – e il riemergere di forze politiche nazionaliste, hanno messo in evidenza limiti e contraddizioni del processo di (dis)integrazione europea. Insomma, per farla breve, la tanto agognata unità politica è bel lontana dall’essere realizzata.
Unione energetica e North Stream:
La questione dell’unione energetica si colloca proprio in quest’ordine di idee, anche considerando che il tema, che ha come oggetto il gasdotto Nord Stream, pone al centro del dibattito l’altra questione, direttamente e indirettamente connessa, quella cioè dei rapporti con la Russia. L’Europa, è noto, “energeticamente parlando”, dipende da Mosca. Il clima può essere sintetizzato dalla parole del presidente Ue Donald Tusk, espresse al termine del vertice Ue e riportate dal sito dell’Ansa: “Per me Nord Stream non aiuta la diversificazione delle rotte e delle forniture, né la riduzione della dipendenza energetica” Ue dalla Russia, perché “concentrerebbe l’80% del gas russo su una rotta e il 60% di quote del mercato nelle mani delle Germania”.
No a South Stream, si a North Stream: cosi Germania e Olanda si prendono l’Energia
Accantonato il progetto South Stream – quello che, tanto per intenderci, era diretto alla costruzione di un gasdotto che avrebbe dovuto unire direttamente Russia e Ue eliminando i Paesi extra-comunitari – proprio Berlino si trova al centro di un importante confronto che vede coinvolti, non solo Slovacchia e Bulgaria, ma anche il nostro Paese. All’interno del progetto South Stream, infatti, l’Eni aveva un ruolo di primissimo piano, assieme alla Russa Gazprom e alla francese EDF. Dopo la Libia, pertanto, anche in questo ulteriore processo l’Italia rischia di rimetterci pesantemente a favore della Germania.
Il Premier Renzi, che aveva chiesto un dibattito sul tema, ha dichiarato che, per la prima volta, “un numero di Paesi assolutamente maggioritari” sostengono la posizione italiana. “Credo che contro si siano espresse soltanto la Germania e l’Olanda”, che sostenevano che “questo tipo di accordo fosse un accordo soltanto commerciale”, a differenza di chi, “come noi, riteneva che invece ci fosse un elemento di grande valore politico” nel fatto di raddoppiare il North Stream. Ma, a parte la posizione non sempre lineare del segretario del Pd, per farla breve, si potrebbe dire che la Germania approva le sanzioni contro la Russia, che danneggiano molte economia europee, in primo luogo quella italiana, ma preme per giungere a un raddoppiamento del North Stream che, invece, fa gola all’economia tedesca, l’accantonamento del progetto South Stream. La palla adesso è totalmente nella mani della Commissione.