La situazione in Forza Italia sta diventando sempre più difficile a causa dell’atteggiamento inspiegabile di chi, anziché cercare di lavorare per fare radicare il partito, si appiglia a motivazioni inventate e inconsistenti: non basta stimolare soggetti che sono stati i beneficiari di questo tipo di gestione a ripetere le stesse inattendibili parole. “Mancava solo Darcy!!!”. Abbiamo assistito ad una sorta di difesa ad oltranza da parte di “nominati” che lascia anche molti dubbi di autenticità. Si sta tentando di far credere che questa crisi sia nata soltanto dalle recenti nomine: non è certamente così, in ogni angolo della Calabria ci sono i malumori di simpatizzanti, dirigenti di partito, amministratori che non possono sopportare uno stato di abbandono e di confusione. Dica la coordinatrice regionale e chi è intervenuto a sua difesa in queste ultime ore quante e quali riunioni sono state fatte in questi dodici mesi. Dicano anche quale contributo il partito ha dato sui temi e sui lavori del consiglio regionale. Quante e quali sono state le attività e le iniziative pubbliche sul territorio in questi dodici mesi. La risposta la anticipiamo noi: IL NULLA. Non si può accettare che chi è appena entrato in Forza Italia, come il senatore Caridi, che dapprima ha condizionato il suo ingresso nel partito con l’assunzione del coordinamento regionale per poi ripiegare sul ruolo di vicecoordinatore, possa pronunciare sermoni. Crediamo che proprio Caridi non sia nella condizioni di parlare di nomine e di poltrone. Riteniamo che proprio la gestione della Santelli sia stata un poltronificio alle spalle di tutti quei candidati alle regionali che hanno contribuito al risultato elettorale e che oggi sono stati messi da parte e che invece andavano coinvolti nei processi organizzativi del partito. Noi vogliamo un partito sano fatto soprattutto di dialogo, di confronto e di valori all’insegna dell’unità e non un partito per pochi privilegiati che utilizzano il proprio ruolo politico per garantirsi un posto al sole anche a costo di creare spaccature interne insanabili. La nostra posizione non è da intendersi come una guerra per distruggere il partito, ma al contrario come un confronto democratico per ristabilire le regole e gli equilibri e come avviene in democrazia dare ruolo a chi ha voglia di lavorare per l’unità e la crescita del partito. È inutile appellarsi a comunicati romani per difendere una postazione che oramai non gode più della fiducia non soltanto di quattro consiglieri regionali eletti su sette, ma anche della maggioranza degli attivisti e degli iscritti. Il contenuto e la sostanza del comunicato saranno comunque oggetto di approfondimento al tavolo romano con il Presidente Berlusconi. In democrazia quando non si ha il consenso e la fiducia buona regola insegna che chi ricopre ruoli di responsabilità doverosamente rassegni le proprie dimissioni. Questo confronto lo porteremo avanti fino al raggiungimento dell’obiettivo e annunciamo una conferenza stampa per fine settimana, con la partecipazione di altri quadri del partito, per spiegare meglio ciò che è accaduto in questi dodici mesi in Forza Italia e ribadire con determinazione la necessità di commissariare il partito.
Nazzareno Salerno, Ennio Morrone, Giuseppe Graziano e Alessandro Nicolò