Scuola calabrese sempre più multietnica: adeguare la pedagogia dell’accoglienza e della integrazione

Se dovesse andare in porto la riforma Renzi ci sarebbero in Italia poco più di 445.534 ragazzi e ragazze che avrebbero in poco tempo i requisiti per diventare cittadini italiani. Le cifre del rapporto del Ministero della P.I. diramate in questi giorni, evidenziano una realtà,quella della presenza dei minori stranieri nelle scuole italiane,in rapida espansione. Come del resto è avvenuto in questi anni. Una tumultuosa crescita che dai 239.800 allievi dell’anno 2003 sono passati agli 805.800 del 2015. Come si evince il sorpasso si è consolidato ed è dovuto al boom delle seconde generazioni:gli alunni con cittadinanza non italiana nati in Italia hanno superato gli studenti nati all’estero e poi arrivati nel nostro Paese. La multietnicità è una realtà significativa anche della scuola calabrese e,anche da noi , in continua crescita, divenendo un elemento strutturale del nostro sistema scolastico. Dall’espansione delle consistenze e delle nazionalità degli alunni stranieri consegue che un numero sempre più crescente di operatori e famiglie è coinvolto nelle problematiche di accoglienza e di integrazione di questi bambini e ragazzi. Questo in prima battuta. Gli enti locali,poi,ognuno per parte sua,come vedremo,nella gestione dei servizi a supporto. Ma guardiamo più da vicino il fenomeno curiosando tra i dati che riferiscono anche della situazione in Calabria e nella provincia di Reggio Calabria in particolare.

La Calabria al 15° posto.

La Lombardia è la regione italiana che ospita il maggior numero di alunni immigrati 201.633 seguita dall’Emilia Romagna e dal Veneto . Al 15° posto la Calabria. Negli ultimi anni si può, dunque, rilevare come la Ma crescita, da lenta e graduale, quale era stata per oltre un decennio, è stata velocissima, se non tumultuosa, anche per effetto dei provvedimenti di regolarizzazione. La scolarizzazione di stranieri tenderà a consolidarsi . Gli alunni non italiani ora alla scuola materna ed elementare- le nuove leve scolastiche – rappresentano quasi i due terzi del totale di alunni stranieri. Il futuro inter-etnico siede già sui banchi di scuola. Ed anche sui banchi delle scuole calabresi e reggine.

La presenza nelle scuole calabresi.

La scolarizzazione di stranieri tenderà a consolidarsi e ad aumentare. Gli alunni non italiani ora alla scuola dell’infanzia e alla primaria elementare- le nuove leve scolastiche – rappresentano la metà del totale di alunni stranieri. Il futuro inter-etnico siede già sui banchi di scuola. Ed anche sui banchi delle scuole della nostra regione.. Infatti ,dai dati ministeriali aggiornati al luglio 2015, le scuole di ogni ordine e grado della Calabria sono state frequentate da 13.163 allievi (+ 1.448 dell’anno precedente), di cui 2.218 nella scuola dell’infanzia, 4.034 nella scuola primaria, 2.816 nella scuola secondaria di 1° grado e 4.095 nella scuola secondaria di secondo grado.

Nel Reggino.

La provincia di Cosenza tra le consorelle calabresi è quella a maggior incidenza del fenomeno. Infatti, le scuole di ogni ordine e grado della provincia bruzia risultano frequentate da 4.444 studenti.. A seguire Reggio Calabria con 4.296, Catanzaro con 2.237, Crotone con 1.116 e Vibo con 1.070. In Calabria, tuttavia, è Reggio il comune più popolato scolasticamente da allievi stranieri che ammontano a 1.713; il 5,0% sul totale della popolazione scolastica. Nel Reggino nell’anno scolastico 1998/99 gli alunni stranieri erano 377; nel 1999/2000 erano 486; nel 2001/2002 erano 642; nel 2002/2003 erano 913; nel 2003/2004 1.057; nel 2004/2005 1.166; nel 2005/2006 1.385 ; nel 2007/2008:2.721; nel 2.009/2010:3459; nel 2013/2014 :4.158. Nella nostra provincia la scuola secondaria di II grado ospita il gruppo più consistente di allievi:1.381; la primaria: 1.274; la media :915; l’infanzia:726. Al superiore la presenza dei 1.381ragazzi stranieri si distribuisce così:420 nei licei, 616 nei tecnici, 345 nei professionali.

Una vera e propria ONU nelle scuole.

Il quadro ricavabile dai dati dell’indagine riflette una vera e propria ONU disseminata nelle aule scolastiche del Paese. Sono 1960 le nazionalità diverse degli alunni presenti nelle scuole del Paese, una varietà di lingua, culture ,etnie, razze. Invariato rispetto allo scorso anno l’ordine dei Paesi di provenienza per numero di presenze di alunni stranieri. In testa alla classifica la Romania. Seguono Albania, Marocco, Cina, Filippine, Moldavia, India, Ucraina, Perù e Tunisia.  Sul totale di 4.296 allievi stranieri nel Reggino la provenienza per continente si distribuisce come segue:dall’Europa 2.432, di cui UE 1.909; dall’Africa 1.077 ; dall’ America 109, dall’Asia 668; dall’Oceania 10. Sono in tutto 80 le cittadinanze rappresentate nel Reggino,tra queste primeggia quella romena e a seguire quella marocchina, filippina ,moldava, indiana.

Alunni con cittadinanza non italiana nati in Calabria e a Reggio.

I dati sulla natalità e fecondità della popolazione residente in Italia indica un calo delle nascite da coppie di genitori entrambi italiani a fronte di un aumento dei nati da almeno un genitore straniero o entrambi genitori stranieri,pur se con un ritmo più contenuto. Questa tendenza ha determinato l’aumento degli stranieri di seconda generazione. Infatti, gli alunni con cittadinanza non italiana nati in Italia nell’ a.s. 2014/2015 e iscritti nelle scuole calabresi di ogni ordine e grado erano 3.054 .Di questi nel Reggino,1.134, così distribuiti per ordine di scuola:479 nell’infanzia;1.236 nella primaria;323 nella media di primo grado;218 nelle scuole superiori.

Diritti di cittadinanza.

Le seconde generazioni non presentano in genere criticità scolastiche particolari. Li rende diversi solo la pelle, la religione, l’origine. Hanno un altro tipo di impatto sul sistema scolastico italiano in quanto l’ostacolo non è la lingua, problema maggiori per un ragazzo immigrato. Il nascere e crescere nel Paese ospitante può fungere già come una sorta di ammortizzatore sociale. Ma non basta. Attendono la revisione della normativa in materia di cittadinanza. Il Parlamento ha approvato in prima lettura alla Camera la legge che fa passare dall’istruzione l’acquisizione della cittadinanza per gli alunni immigrati. Lo ius culturae. La lingua deve diventare strumento di inclusione e integrazione dei tanti alunni stranieri. Si rende necessaria ,però, una nuova generazione di maestri e professori, formati per insegnare loro la lingua italiana. I tempi sono ormai maturi per una nuova classe di concorso ad hoc in moda da alleggerire il compito dei tanti docenti di lettere. Purtroppo nonostante il crescente numero di studenti stranieri all’interno delle scuole di ogni ordine e grado , va precisato che non esiste ancora una classe di concorso specifica per l’italiano L2 e quindi una figura docente espressamente inquadrata su questo ruolo.

La scarsa presenza di mediatori e facilitatori nelle scuole.

Resta fondamentale per la scuola la disponibilità di mediatori linguistici e culturali,di facilitatori didattici,con i corsi di appoggio e di tutoring per gli alunni stranieri,col sostegno economico più allargato per le scuole che ospitano numeri alti di immigrati. Ecco perché non si può pensare ad una azione educativa della scuola che sia avulsa dal contesto educativo delle città e, viceversa, le azioni delle amministrazioni comunali sarebbero velleitarie se non sono coordinate con le azioni di tutti gli altri soggetti, di cui la scuola è uno dei più importanti. Senza dimenticare che sin dai tempi della riforma del titolo quinto della Costituzione, anche le Regioni sono chiamate a determinare le politiche sull’istruzione, e che queste vi investono risorse non banali. Occorre, perciò, affrontare il problema con un rafforzamento della cooperazione tra scuola e città e nell’attuazione di politiche efficaci di integrazione sociale. Perché la sindrome dello scontro culturale Islam-Occidente si vince soprattutto a scuola.

Guido Leone

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