Lo abbiamo già scritto, riprendendo l’ultima dell’Istat, il divario tra Nord e Sud dell’Italia resta altissimo e non vi sono margini di miglioramento, tanto è vero che mentre “il Pil per abitante nel 2014 risulta pari a 32,5mila euro nel Nord-ovest e a 31,4mila euro nel Nord-est”, nel Mezzogiorno, invece, si attesta tragicamente a quota 17,6mila euro.
Calabria, ultimo posto per livello di reddito disponibile pro capite
Ma, poiché le cattive notizie non vengono mai sole, ecco abbattersi su noi Calabresi l’ennesima (ma attesa) spada di Damocle. E sì, perché se quel divario non accenna a risolversi, l’altro dato tragico è che nella “graduatoria delle regioni per livello di reddito disponibile pro capite nel 2014″, la Calabria continua tragicamente a occupare l’ultima posizione con 12,3mila euro, mentre al primo posto si pone la Provincia Autonoma di Bolzano con circa 22,5mila euro.
Calabria, aumento dei consumi pro capite inferiore alla media nazionale
Ma, ahinoi, non è tutto, perché la Calabria si distingue negativamente anche su altri fronti, come quello dei consumi. Nel 2014, infatti, l’Istat – informandoci che “la spesa per abitante per consumi finali delle famiglie valutata a prezzi correnti è stata di 16,4mila euro in Italia” – rileva che, pur essendosi registrato “un rialzo dei consumi pro capite in tutte le regioni”, la Calabria segna un misero aumento dello 0,1% ben al di sotto della media nazionale (+0,4%) e di regioni come la Valle d’Aosta e il Friuli Venezia Giulia che “segnano gli incrementi maggiori (rispettivamente +1,6% e +1,3%)”.
Ancora ultimo posto per reddito da lavoro dipendente
La musica non cambia neppure sul fronte del reddito da lavoro dipendente per occupato, rispetto al quale, ferme restando le differenze Nord-Sud (37,0mila euro a fronte di 31,4mila), la Calabria, si colloca nuovamente all’ultimo posto (con 28,8mila euro) nella graduatoria delle regioni con i redditi da lavoro.
Pil, occupazione e consumi: triennio 2011-2014, in Calabria “risultato univocamente peggiore”
Il triennio 2011-2014 sarà ricordato come un periodo nero per il Bel Paese, caratterizzato da un Pil in volume “sceso del 5,0%, accompagnato da una diminuzione del 2,0% degli occupati e da una contrazione del 6,0% dei consumi delle famiglie”. Ma quel che è peggio è che è sempre la Calabria a far registrare il “risultato univocamente peggiore”, “con un calo del Pil dell’8,2%, dell’occupazione del 5,6% e dei consumi del 9,3%”. Insomma, un vero e proprio disastro.
Occupazione: Calabria tra le regioni che presentano le cadute dell’occupazione più ampie
L’occupazione è l’ennesimo tasto dolente, perché se è vero, come anticipato, che “il calo dell’occupazione registrato a livello nazionale tra il 2014 e il 2011 (-2,0%) ha interessato quasi tutte le regioni, con le eccezioni di Lazio e Trento”, è altrettanto vero che la Calabria (-5,6%) – insieme a Liguria (-4,7%), Puglia (-4,6%) e Campania (-4,3%) – è tra le regioni che presentano le cadute dell’occupazione più ampie. Persino l’apporto dell’agricoltura risulta negativo. La Calabria, insomma, sprofonda, in attesa delle tanto attese e decantate “svolte”. L’unica certezza è che, per adesso, le “primavere” sono ancora lontane.