Il divario tra nord e sud dell’Italia resta altissimo e non solo non vi sono margini di miglioramento ma, addirittura, i nuovi dati diffusi dall’Istat risultano “coerenti con le stime a livello nazionale pubblicate a settembre 2015”. In poche parole, mentre “il Pil per abitante nel 2014 risulta pari a 32,5mila euro nel Nord-ovest e a 31,4mila euro nel Nord-est”, nel Mezzogiorno, invece, si attesta tragicamente a quota 17,6mila euro, presentando “un differenziale negativo molto ampio, inferiore del 43,7% rispetto a quello del Centro-Nord (-43,2% nel 2013)”. Nel centro, infine, il Pil si attesta a 29,4mila euro.
E, cosi, nonostante nel 2014 il reddito disponibile sia aumentato dello 0,5% sia nel Centro che nel Mezzogiorno, a fronte, di “una flessione dello 0,6% nel Nord-est e dello 0,1% nel Nord-ovest”, la Calabria resta la regione che, nella “graduatoria delle regioni per livello di reddito disponibile pro capite nel 2014”, continua a occupare l’ultima posizione con 12,3mila euro.
Nulla di nuovo sotto al solo, dunque, sebbene – chiarisce l’Istituto Nazionale di Statistica – “in termini di reddito disponibile, il divario si riduce al 33,3% (-34,0% nel 2013)”. Il 2014 L’indagine, tuttavia, evidenzia un altro dato drammatico – segno evidente della evidente della parabola discendente intrapresa dal nostro Paese, all’indomani della fine del Governo Berlusconi nel 2011 – in base al quale “tra il 2011 e il 2014 le aree che hanno registrato i più marcati cali del Pil sono il Nord-ovest e il Mezzogiorno (rispettivamente -5,7% e -5,6%)”.