Un anno fa entrava nella storia Philae con la Missione Rosetta dell’Agenzia Spaziale Europea. Con il suo rilascio sulla cometa 67p Churyumov Gerasimenko, il robottino Philae (dalle dimensioni pari a una lavastoviglie domestica) è il primo traguardo della meccanica spaziale in quanto l’unico prodotto realizzato dall’uomo ad aver toccato il suolo di una cometa. L’atterraggio, seppur con qualche difficoltà visto l’impatto del robot sulla superficie, ha subito portato alla scoperta di dati fino ad allora ignoti, come le temperature massime e minime e il terreno composto da polvere e ghiaccio. Quelle inviate da Philae sono state oltre 60 ore di registrazione dati per poi andare in “letargo”. Il risveglio del robottino è stato registrato grazie ad un segnale inviato in Germania nel mese di giugno con nuovi elementi di studio come la composizione interna e organica di 67p. Un insieme di dati che vanno a completare le analisi elaborate da Rosetta, ancora in orbita attorno la cometa da un anno e mezzo. Tra le scoperte più significative c’è quella dell’acqua pesante e della formazione di essa tramite un circolo di trasformazione del ghiaccio. Un fenomeno ciclico che si manifesta ad ogni rotazione. Philae è stato in grado di inviare anche il suono di 67p e di dare conferme a tutte le ipotesi fino ad ora elaborate. Un progetto unico nel suo genere che nasce da un’idea visionaria divenuta finalmente realtà.