di Carlo Viscardi – L’ormai ex sindaco di Roma, Ignazio Marino, ormai non tiene più nulla “dentro” e dal suo profilo Facebook comincia a restituire “pan per focaccia” a tutte le accuse, sgambetti e “angherie” che avrebbe subito dai componenti del suo stesso partito.
Senza dimenticarsi, che il “democraticissimo” PD per portare a campagna elettorale Marino aveva indetto le primarie, e quindi l’ex sindaco, che rappresentava a pieno la maggioranza del suo partito e degli elettori romani di centrosinistra, non vuole arrendersi e inizia a fare nomi e cognomi; infatti nel lasciare il Campidoglio aveva dichiarato che c’era “qualcuno” dietro la sua uscita di scena senza però farne il nome, ora il nome, o meglio la carica istituzionale c’è: “Il Presidente del Consiglio potrebbe e dovrebbe esercitare maggiore rispetto. Continua a dire ‘basta polemiche’, ma poi insiste negli insulti e nelle provocazioni”.
Secondo Marino, Renzi sarebbe quel “DEUS EX MACHINA”, improntato a “coprire con la “damnatio memoriae” il suo operato e le sue decisioni. Sempre dalle sue dichiarazioni su “FB” Ignazio Marino spiega che il movente di tale “comportamento” da parte del premier era la sua “ambizione” di avere sotto il suo diretto controllo la Capitale, e usando il suo “duplice ruolo” di segretario del PD, facendo sì, (ordinando) che 19 assessori si dimettessero, e come Presidente del consiglio ha sostituito il sindaco legittimamente eletto, ma successivamente decaduto, con un Prefetto che farà capo, come dice la legge allo stesso Presidente del Consiglio…
Quindi per l’ex sindaco di Roma è “guerra aperta” con il segretario del suo partito, che lui definisce un “…bulimico di potere, che elimina gli anticorpi democratici. Il messaggio è chiaro: chi non si allinea, chi non ripete a pappagallo i suoi slogan viene allontanato o addirittura bandito.” Di certo dichiarazioni non tanto “leggere”.