La Giunta regionale, in una delle ultime sedute, su proposta del Vicepresidente prof. Antonio Viscomi, ha approvato – informa una nota dell’Ufficio stampa – un disegno di legge volto ad agevolare il processo di fusione dei comuni, anche sulla base delle sollecitazione avanzate dai sindaci di cinque comuni della pre-Sila cosentina: Serra Pedace, Pedace, Casole Bruzio, Spezzano Piccolo e Trenta, che hanno deliberato di costituire un solo nuovo Comune. “Si tratta di una decisione autonoma dei consigli comunali – ha dichiarato il Vicepresidente Viscomi – che merita di essere fortemente sostenuta, prefigurando essa un nuovo assetto del sistema delle autonomie locali adeguato ai tempi, che deve essere perseguito in tutti i modi possibili, radicando e rafforzando tutte le forme organizzative che consentono ai piccoli comuni di poter affrontare la sfida posta dai tempi attuali: reti, convenzioni, unioni, fusioni. La riorganizzazione istituzionale delle amministrazioni locali – ha detto ancora il Vicepresidente – è condizione essenziale per garantire e tutelare effettivamente e concretamente le comunità locali». Per quanto riguarda in modo specifico le fusioni, la legislazione regionale, risalente nel tempo, impone un iter molto gravoso che trova il suo baricentro nella verifica della volontà popolare attraverso un referendum consultivo. La legge regionale che disciplina tale referendum (n. 13/1983) prevede un quorum minimo per la validità del referendum medesimo, pari alla maggioranza degli aventi diritti al voto quand’anche la fusione sia stata deliberata all’unanimità dai consigli comunali. Se si considera l’alto tasso di emigrazione dei piccoli comuni, l’assenza dei benefici di viaggio connessi alla partecipazione al voto politico-amministrativo, la non coincidenza con altre tornate elettorali, è facile intuire che la previsione legislativa è tale da rendere altamente probabile la sostanziale inefficacia della consultazione referendaria, pur in presenza di una maggioranza dei voti validi a favore della fusione. Non a caso, la legislazione di molte altre regioni prevede che il referendum consultivo sulla fusione sia valido a prescindere dal numero dei partecipanti. Il disegno di legge approvato dalla Giunta intende, perciò, adeguare la legislazione regionale calabrese a quella delle altre regioni, prevedendo che, nel solo caso di consultazione per la fusione dei comuni, deliberata dai rispettivi consigli comunali, il referendum sia valido a prescindere dal numero dei partecipanti, rilevando soltanto la maggioranza dei voti validamente espressi. L’auspicio è che tale modifica possa rendere più facile il processo di riorganizzazione del sistema delle autonomie locali, considerando che su 409 comuni calabresi ben 223 hanno meno di tremila abitanti, e presentano, dunque, condizioni di debolezza organizzativa che non consentono l’erogazione ottimale dei servizi ai cittadini.
o.m.