Che a Brunetta, Renzi stia poco simpatico lo si è capito da tempo. Ma non è solo questione di simpatia politica quanto piuttosto di una diversa – e, a tratta, del tutto incompatibile – prospettiva programmatica sul futuro del nostro Paese. Insomma, per farla non breve, ma brevissima, il presidente dei Deputati di Forza Italia, è lo “sbugiardatore” per eccellenza dell’ex sindaco di Firenze. Ma, a parte le operazioni verità – quelle che, tanto per intenderci, attraverso analisi e ricostruzioni dettagliate, fanno luce su dati e presunte conquiste del governo dem con Ncd come ruota di scorta – l’ex ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione dell’ultimo Governo Berlusconi si è ormai specializzato anche nell’uso ironico e sarcastico del mezzo telematico, facebook per chiarezza.
In uno dei suoi ultimi interventi si è lanciato in un lungo monologo attraverso il quale ha toccato tutti i punti più delicati che, secondo lui, non solo non sarebbero stati risolti dall’attuale esecutivo ma addirittura aggravati. È una lunga lista di “dicevano”, quella del capogruppo degli azzurri alla Camera, alle prese anche con la crisi satirica sul ministro Boschi, una di quelle che, tra il beffardo e l’amaro, non risparmia nulla al segretario del Pd, affrontandolo su tutte le questioni politiche ed economiche cruciali
Dicevano: tasse, Senato, Jobs Act, coperture, 80 euro, Irap
“Dicevano”, si legge sulla sua pagina facebook, “figurati se hanno il coraggio di ridurre le tasse”, “al Senato non hanno i numeri”, “il Jobs Act non serve a nulla”, e, infatti, puntualizza Brunetta, “la pressione fiscale è solo aumentata. Per il futuro pure”, i voti al Senato li ha dovuti “comprare”, la riforma del lavoro dalla denominazione inglese “non ha creato nessun nuovo posto di lavoro, pur costando quasi 2 miliardi di euro”. E non solo, perché “per gli 80 euro mancano le coperture”, come anche “i soldi per l’Irap costo del lavoro”, e infatti, nel primo caso, per trovarle le tasse sono aumentate per tutti, “inclusi i beneficiari del bonus 80 euro”, nel secondo, sono aumentate quelle sui risparmi degli italiani.
Dicevano: immigrazione, Ue
Per non tacere poi di altre due questioni delicate, ovvero immigrazione e rapporti con l’Ue. Sul primo fronte – quello dell’emergenza immigrazione che si è trasformata in una vera e propria invasione – vi sono rischi da non sottovalutare per il settore turistico, oltre che intere popolazioni disperate in rivolta. Sul secondo fronte – quello europeo, riguardante il nodo della flessibilità, della manovra economica e della distribuzione degli immigrati per quote – si registra, secondo il deputato forzista, un altro fallimento, rispetto a un Europa che di flessibilità non ne concede e di immigrati non ne vuole sapere “dopo i primi 150”.
“Dicevano, dicevano, dicevano – si legge, infine – Il ritornello dei gufi degli ultimi venti mesi è tutto qui, in questo dicevano. Nel frattempo mentre loro dicevano, noi facevamo. Le chiacchiere stanno a zero, l’economia non più. Avanti tutta, amici. C’è ancora molto da fare, ma questa è proprio la volta buona”. “È proprio vero che sei un pallonaro – conclude Brunetta – Non sei cambiato dai tuoi anni giovanili, da quando in quel di Rignano sull’Arno ti chiamavano “il bomba”.