Che la politica dei selfie non sortisca effetti positivi per la Città è ormai chiaro a tutti i reggini. Lo è di meno per il Sindaco Falcomatà, il quale a capo di una “Armata Brancaleone” dei giorni nostri, dimostra maggiore impegno nel farsi fotografare per celebrare grande successi amministrativi come la riparazione di un semaforo spento per mesi o la creazione di un’aiuola (sic) piuttosto che andare a Roma a difendere la città e il Comune che dovrebbe amministrare. Così nell’imbarazzante silenzio di chi dovrebbe curare gli interessi di Reggio, il Governo a trazione Partito Democratico di Matteo Renzi, taglia ben 6 milioni di euro (ai quali bisogna aggiungere un ulteriore taglio di 9 milioni avvenuto lo scorso gennaio per un totale di – 15) al Decreto Reggio. Ciò significa che la Città potrà investire meno risorse per la crescita del territorio, che moltissime opere già progettate dal centrodestra non saranno mai realizzate, soprattutto significa che Reggio continuerà ad essere penalizzata ingiustamente. Sembra passato un secolo da quando, con il centro destra al Governo della Città e del Paese, Reggio otteneva in Finanziaria 2003 ben 110 milioni, ai quali se ne aggiunsero 28 per la riqualificazione delle periferie. Il Decreto Reggio (dopo l’immobilismo dei tempi del Consorzio Reggio 90) cominciava a sfornare progetti, opere e iniziative non soltanto in campo ingegneristico ma anche nel settore dell’occupazione lavorativa. Oggi siamo al paradosso: il Sindaco e la sua maggioranza, non solo non riescono a portare nuove risorse per programmare nuovi investimenti, ma neppure difendono ciò che è arrivato a Reggio col sudore dell’impegno di chi li ha preceduti nel Governo della Città. Proprio la scorsa settimana veniva diramato alla stampa un delirante comunicato del Capogruppo del Pd, tal Castorina, che testualmente affermava: “Abbiamo inaugurato un modus amministrativo che è diventato un vanto in tutta Italia. E ce ne accorgiamo soprattutto nel rapporto instaurato con le massime istituzioni governative, con le quali finalmente la città dialoga alla pari, senza il rapporto di vassallaggio al quale i reggini erano abituati ai tempi della destra”. Siano i reggini a giudicare quanto lontani dalla realtà, dai problemi dei cittadini, dalle emergenze, siano questi improvvisati ed inesperti amministratori. Reggio, tradita da una Svolta destinata ad accontentare solo amici del Fantacalcio o compagni di serate danzanti del Sindaco Falcomatà, non può permettersi di perdere queste risorse.
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