E’ una giovane reggina che non ha smesso di credere nelle proprie passioni e il suo romanzo di esordio “Stelle Binarie” in uscita il prossimo 24 Ottobre giorno in cui riceverà il Premio letterario “Città di Ciampino”, è l’esempio che anche i sogni più incredibili si possono realizzare. Valeria Siclari pur avendo solo 31 anni, annovera un Curriculum vitae non indifferente: l’anno scorso con la sua prima opera è stata tra i vincitori del Premio Rai “La Giara” e ha rappresentato la Calabria nell’ambito della competizione. Oltre “Stelle Binarie”, Valeria ha scritto un altro romanzo, ancora inedito, “La convergenza artica”, che sarà pubblicato a breve da “Leonida Edizioni”, e che ha vinto il Premio letterario internazionale “Gaetano Cingari”. Il romanzo pubblicato dalla casa editrice Mondoscrittura (è già ordinabile on line su tutti gli store e a partire dal 24 Ottobre sarà in tutte le librerie italiane), narra un’originale storia che, ambientata tra Reggio Calabria e la zona grecanica, affronta temi anche delicati come la donazione degli organi e mette in luce gli aspetti belli e positivi del territorio calabrese. “Si parla d’amore a più voci, ma anche qualcosa di più, con tanti collegamenti, “interferenze” fra un personaggio e l’altro – ci racconta l’autrice – Due stelle posizionate così vicine tra di loro da esercitare una reciproca attrazione gravitazionale, unite in un unico sistema da una forza a cui non possono sottrarsi. Il libro ha convinto un pubblico eterogeneo e anche critici particolarmente severi. Esiste un legame speciale tra alcune persone, paragonate a quelle stelle che in astrofisica vengono chiamate “binarie”, due stelle collocate così vicine tra loro da esercitare una reciproca attrazione gravitazionale, unite in un unico sistema da una forza a cui non possono sottrarsi”. La scrittrice volutamente ha tracciato la storia di fragili esistenze che si intrecciano fra loro, mostrandosi attraverso una molteplicità di prospettive. Un racconto intenso e commovente che parla di coraggio e di quel sentimento capace di dare un senso anche alla più complicata delle esistenze. “Nel romanzo descrivo quel mare che di notte è una macchia d’olio senza respiro, solcata da velieri fatiscenti, e di giorno una lastra dello stesso colore dei lapislazzuli, venata da correnti che l’attraversano in lungo e in largo mitigandone il colore, come se sotto la superficie scorressero ruscelli di latte o spiegassero le loro ali i gabbiani – continua la giovane scrittrice – Ma anche il vento che si mette a danzare in mezzo ai fichi d’India e quell’entroterra impervio, con le sue fiumare e il susseguirsi articolato di burroni, di dirupi e di paesini chiusi in se stessi. Tra le pagine, le voci dei personaggi si rincorrono e le immagini assomigliano a quelle che Morgana fa riflettere sull’acqua, come fotogrammi della pellicola di un film. Quello che rimane – conclude Valeria – è la profondità di una storia che parla di coraggio e lo fa con un linguaggio pieno di similitudini necessarie anche per far capire le sfaccettature dell’amore”. In una narrazione fluida ricca di pathos e creatività, la scrittrice parla di sentimenti umani e della sua terra e lo fa con una naturalezza grazie ad un lessico asciutto ma incisivo che smorza la tensione narrativa che “costringe” piacevolmente il lettore a leggerlo con voracità. Valeria, pagina dopo pagina, mostra il senso profondo del romanzo, espresso con forza e rara immediatezza, così come è il suo stile asciutto, efficace, mai banale atto a mettere in mostra la sensibilità di un’autrice abile a creare l’intreccio, a rubare attimi indimenticabili, a costruire momenti sempre più esaltanti. “Stelle binarie” delinea un ambiente a cui si contrappone la scelta coraggiosa dei protagonisti di sfidare il senso comune, unica possibilità per ritrovare se stessi e vivere senza limiti e condizionamenti ciò che davvero è in sostanza l’amore.
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