Lascia perplessi il lavoro dell’ultima seduta del consiglio di amministrazione SOGS nell’ambito del quale si è consumata l’ennesima pantomima di una vicenda che rischia di mandare alla deriva qualsivoglia prospettiva per la struttura aeroportuale. Mettendo insieme i puzzle appare evidente come, in questo ultimo periodo, ad una mancanza di gestione manageriale che sapesse orientare un’azione mirata per lo sviluppo dello scalo reggino si sia accompagnata una mancanza di indirizzo concreto e lungimirante da parte degli enti locali azionisti di Sogas che non hanno saputo veicolare alcun interesse produttivo ed attrattivo verso l’Aeroporto. Oggi, nel tempo in cui il danno appare insostenibile, qualcuno pensa di spostare l’attenzione delle responsabilità trasferendo anche il carico economico-finanziario sui lavoratori, come se da questi fosse dipeso o potesse mai dipendere l’azione direttiva e tecnica che spetta a chi è stato demandato, non certo per vocazione di volontariato dalla Politica, a gestire la società ed a promuovere la valorizzazione del “Tito Minniti”. Le ultime proposte all’ ordine del giorno del CDA Sogas, dove è stato paventato l’accordo con la AVIAPARTNER per la cessione handling, non hanno avuto alcun esito, nè avrebbero potuto averlo, anche perché presentate all’esame dei componenti senza essere accompagnate da una pianificazione a sostegno della loro valenza costi-benefici; appare questo come il tentativo, da ultima spiaggia di salvataggio pensato non per la stessa Sogas o per l’Aeroporto bensì per trovare ossigeno da somministrare ad una gestione consumata da un percorso troppo concentrato sulla spesa e poco incline agli investimenti. In questo clima di confusione ed improvvisazione, forse non è più sostenibile una compagine societaria che, pur ricapitalizzata più volte, è al punto di non ritorno a fronte del problema dei lavoratori che, al di là di beghe strumentali, vanno tutelati e garantiti. Ma oggi, più che mai, serve anche una visione prospettica; la Politica deve dimostrare non soltanto presenza ma anche coraggio e lungimiranza, delineando un percorso nuovo e non procrastinabile in un panorama di grande evoluzione economica specie per le aree del bacino Mediterraneo. Necessita pensare all’Aeroporto come ad una primaria struttura metropolitana e su tale consapevolezza delineare un percorso innovativo, in cui il management gestionale non sia asservito ad utilità contingenti e di parte politica ma possa e sappia assumere un ruolo di guida strategica. Sarebbe forse opportuno pensare ad nuovo modello societario, dove la stessa Politica sia disposta a lasciare spazio a nuovi investitori e soci privati che abbiano interessi propulsivi e funzionali allo sviluppo ed al rilancio dello scalo, per rendere nuovamente Reggio ed il suo scalo aeroportuale attrattivi ed economicamente sostenibili. Se tali sforzi, in rottura con prassi gestionali superate e fallimentari, non si avrà il coraggio e l’interesse ad attuare il destino appare ineluttabile e la Politica locale, magari soltanto per la conservazione di un interesse societario, continuerà ad avvallare quelle logiche conservatrici ed autoreferenziali che stanno condannando Reggio e la Calabria ad una desertificazione economica e sociale.
Renato Di Pietro
Destra Per Reggio – Movimento Politico Militante