Fondare un nuovo stato dove poter essere se stessi è il sogno segreto di tanti. Nascono così le micronazioni: tutte diverse tra loro. Talvolta si tratta di lembi di territori dimenticati dai trattati internazionali: Moresnet Neutrale, Repubblica di Cospaia, Principato di Seborga. A volte sono a cavallo di due nazioni (Cile e Argentina): Regno di Aracaunia e Patagonia. Ci sono poi le isole. Ferdinandea: improvvisamente emersa nel Canale di Sicilia e altrettanto repentinamente scomparsa. Il Regno di Redonda, isola dei Caraibi, governata da scrittori. L’isola di Sark nel Canale della Manica: ultimo avamposto del feudalesimo. Qualcuno ha utilizzato vecchie piattaforme realizzate durante la Seconda Guerra Mondiale al largo dello coste del Suffolk: Principato di Sealand. C’è chi, invece, ha costruito una piattaforma nelle acque internazionali al largo di Rimini: Isola delle Rose, distrutta dalla Marina Italiana. Anche la Calabria ha avuto la sua micronazione con la Repubblica di Caulonia: durò solo quattro giorni. Tutti sono descritti nel libro Atlante delle micronazioni. Io avrei aggiunto anche la Repubblica di Sbarre e il Granducato di Santa Caterina create durante i Moti per Reggio Capoluogo. Qual è la vostra micronazione preferita tra quelle descritte da Graziano Graziani? Non c’è? Createla.
Tonino NOCERA
Graziano Graziani, Atlante delle micronazioni pp. 384 € 16,50 www.quodlibet.it