Per l’Aeroporto dello Stretto non è più tempo di dichiarazioni roboanti e di proteste isteriche, che puntualmente affiorano quando i guasti sono già avvenuti. Si tratta di un copione vecchio che serve solo a farsi pubblicità per qualche giorno. I dati allarmanti sul movimento passeggeri (-14 % nel mese di luglio) dicono che è giunto il momento, invece, di voltare pagina per varare una strategia di lungo respiro che faccia uscire dalle secche l’aeroporto di Reggio Calabria. Messa in ginocchio dall’improvvisazione e dall’inconcludenza della classe dirigente degli ultimi anni, Reggio non può perdere questa sfida che è di importanza cruciale per il suo futuro di Città Metropolitana. A giudizio del gruppo consiliare “RESET”, le scommesse difficili si vincono ritrovandosi attorno ad un progetto comune che punti sulle competenze, sulle professionalità e sulla consapevolezza che nessuna ipotesi di sviluppo potrà mai prescindere dalla incentivazione della mobilità, dunque, dal potenziamento del trasporto aereo e della rete infrastrutturale. In un’area geografica già trascurata dall’ANAS e dalle Ferrovie, il declassamento del “Tito Minniti” rappresenterebbe la pietra tombale destinata a seppellire i bisogni e le aspirazioni di migliaia e migliaia di utenti delle due sponde dello Stretto. Bisogna, dunque, tirare una linea e riflettere. A cominciare dal destino della SOGAS. Niente polemiche personali ma, visti i risultati, sarebbe opportuno un azzeramento del management della società di gestione. Da decenni essa produce debiti: adesso sarebbe il momento di produrre idee e strategie. È vero che la guerra strisciante all’interno del centrodestra, il disimpegno degli enti messinesi e di qualche altro socio hanno asciugato le risorse, ma è anche vero che proprio quando i fondi scarseggiano occorre trovare le giuste intuizioni per stare a galla. È allora lecito chiedersi perché, con una situazione macro-economica che comincia ad essere vantaggiosa, con l’abbassamento dei prezzi dell’energia e dei tassi d’interesse ai minimi storici, lo scalo continua a non avere “appeal” e rischia di finire strangolato. Un esempio di disattenzione? Eccolo: si contesta, giustamente, la cancellazione del volo mattutino per Linate. Ma Alitalia programma gli orari per la stagione invernale con molti mesi di anticipo. Chi doveva vigilare per scongiurare un torto così evidente? Perché non lo ha fatto? Perché il caso è esploso solo quando gli utenti hanno cercato di effettuare sul web le prenotazioni? È facile accodarsi al coro di proteste quando il danno è già fatto. Chi aveva il compito e la responsabilità di impedirlo come mai adesso cade dalla nuvole? È una storia che si ripete puntualmente, non solo con gli orari ma anche con le compagnie aeree che scappano, forse perché trovano interlocutori distratti e con poca forza contrattuale. Dallo scioglimento del nodo SOGAS (che deve avvenire puntando, finalmente, su chi ha spiccate capacità manageriali e non scegliendo in base al colore politico), si può ripartire per la redazione di un piano industriale che deve nascere coinvolgendo Ministero delle Infrastrutture, ENAC, Regione, Enti Locali, Università, Confindustria, Ordini Professionali, associazioni del Commercio e del Turismo, Confederazioni sindacali. E ciascuno di questi soggetti dovrà recitare un ruolo più incisivo. Bisogna smettere di navigare senza bussola ed in ordine sparso, bisogna aggredire le priorità e individuare gli obiettivi a breve e a medio termine, in maniera che l’aeroporto dello stretto diventi la piattaforma dalla quale dovrà decollare la nuova Città Metropolitana. Le polemiche sterili ed il ricorso frequente a pratiche clientelari hanno fatto perdere di vista gli obiettivi principali che si possono così riassumere: Conferenza dei servizi per il varo del piano di programmazione, che dovrà delineare il quadro strategico e gli indirizzi; potenziamento delle infrastrutture aeroportuali (nuova aerostazione, collegamenti stradali, ferroviari e via mare per attrarre l’utenza messinese ed intercettare i flussi turistici verso Taormina e le isole Eolie); convenzioni stabili e vantaggiose con le Compagnie aere per altre destinazioni come Bologna, Pisa Venezia. La compagnia di bandiera (che avrà anche tante colpe ma senza la sua presenza l’aeroporto avrebbe già chiuso) potrà mantenere la sua centralità ma all’interno di un sistema misto. La sana concorrenza ha sempre fatto bene al mercato; puntare su rotte settimanali e su charter estivi; recuperare i finanziamenti bloccati e seguire l’iter parlamentare della legge di stabilità per capire quali investimenti sono previsti per gli scali di interesse nazionale. Potrebbe sembrare un libro dei sogni, ma noi diciamo che se si lavora uniti senza pregiudizi e senza ammorbare il clima politico con battaglie strumentali, la rimonta è ancora possibile; basta guardare a ciò che sta accadendo all’aeroporto di Crotone. Il futuro dell’aeroporto coincide con quello della città che, senza il suo scalo, non potrà mai dirsi “Metropolitana”. Noi di RESET ribadiamo la necessità di puntare sulle professionalità e sulle eccellenze in materia. La Giunta Comunale, guidata dal sindaco Giuseppe Falcomatà, farà per intero la propria parte con competenza e mantenendo sempre atteggiamenti responsabili. Il tempo a disposizione è pochissimo e occorre agire subito: più che delle proteste del giorno, abbiamo bisogno dei fatti del giorno prima.
Valerio Misefari
Capogruppo di RESET in Consiglio Comunale