di Carlo Viscardi – Papa Francesco non smette di stupire. La novità arriva in due lettere scritte motu proprio da Bergoglio e che annunciano un cambiamento radicale nell’iter canonico per la dichiarazione di nullità delle nozze, che sarà riformata a partire dall’8 dicembre. Il Santo Padre chiede ci sia un processo canonico più breve, a patto di una “EVIDENTE” nullità, provata la mancanza di fede, la brevità della convivenza, un aborto procurato per impedire la procreazione, il permanere di una relazione extraconiugale, l’occultamento della sterilità o di una grave malattia contagiosa o di figli nati da una precedente relazione o di una carcerazione o persino se ci si è sposati per una gravidanza imprevista. Dopo più di tre secoli di cristallizzazione, Papa Francesco I°, da’ uno “scrollone” al diritto canonico, rivoluzionando ciò che fu stabilito da Papa Benedetto XIV°, al secolo Lambertini. Mons. Pio Vito Pinto, Decano della Rota Romana, tende a precisare che la legge non entra in vigore domani ma è in esecuzione dall’8 dicembre. Viene inoltre fatto notare come questo “motu proprio” sia legato a tre date Mariane, infatti è stato firmato il 15 agosto, festa dell’Assunta, presentato oggi, festa della Natività di Maria, in vigore dall’8 dicembre, Immacolata Concezione. Il Papa chiede maggior “partecipazione” ai Vescovi, chiedendo di non lasciare completamente delegata agli uffici di curia la funzione giudiziaria in materia matrimoniale, e quindi una “sola sentenza” in “favore della nullità esecutiva” delle nozze, ritenendo “sufficiente la certezza morale raggiunta dal primo giudice a norma del diritto” e non più due, oltre che la totale “gratuità”, ove possibile, della pratica canonica. Una giusta e dovuta precisazione viene posta dal Card. Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontificio Consiglio per i Testi legislativi e membro della Commissione speciale, il quale precisa che il processo canonico è per “la dichiarazione di nullità”, non si tratta perciò di un processo che conduca all’annullamento del matrimonio, ponendo l’accento sul fatto che “nullità è diversa da annullamento, dichiarare la nullità di un matrimonio è assolutamente diverso dal decretare l’annullamento del matrimonio”, e come direbbero i nostri nonni non confondiamo “ROMA per TOMA”.