di Carlo Viscardi – Inizia Settembre e con l’approssimarsi della fine dell’estate ecco che La Buona Scuola, la riforma tanto voluta dal ministro dell’Istruzione Stefania Giannini e dal premier Renzi, comincia a fare i primi passi. Alla mezzanotte e 1 minuto del primo di settembre i precari della scuola, attraverso una email del Miur, hanno saputo se sono stati assunti e dove. Si tratta dei circa 60 mila docenti precari coinvolti nella fase B del piano di immissioni in ruolo della riforma della Buona scuola e relativa collocazione sui futuri albi territoriali gestiti dai presidi, spiega l’Anief in una nota, ma saranno solo 16 mila (in realtà 10 mila, uno ogni sei) a ricevere la proposta di assunzione attraverso il sistema informativo del Miur.
Non mancano gli elogi ed i compiacimenti dell’esecutivo per l’entrata in vigore della loro “creatura”.Il ministro dell’istruzione vede i circa 7 mila docenti in mobilità da sud a nord, più o meno lo stesso numero dell’anno scorso con una significativa differenza: lo scorso anno questi docenti erano supplenti, quest’anno hanno un posto fisso, Renzi con il suo solito sarcasmo e ironia afferma che “per decenni c’è stata la creazione di precariato, noi abbiamo messo un punto definitivo a questa vicenda e iniziato ad assumere. Ovviamente c’è chi non è contento perché deve spostarsi di qualche chilometro perché è assunto non quando sperava lui ma la legge sulla scuola non è che un inizio.
La scuola non si risolve con un click, poi ci sono dei problemi che riguardano i singoli professori: li rispetto, sono stati spesso presi in giro dalle istituzioni; Ci saranno 1.642 cantieri che termineranno entro il 10 settembre e permetteranno ai genitori di riportare i ragazzi a scuola in ambienti innovati; stiamo dedicando dei soldi, nei prossimi mesi, perché ci sia più attenzione nell’edilizia scolastica; stiamo cercando di dare continuità educativa e didattica…” Gioisce il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone che dichiara: “Inauguriamo il nuovo anno con già in atto le novità previste dalla Buona Scuola, ideata da Matteo Renzi e dal ministro Stefania Giannini. Abbiamo finalmente dato un taglio al precariato storico nella scuola; ogni scuola avrà risorse in più da spendere, circa 25-30 mila euro per ogni circolo didattico. Risorse che favoriranno l’autonomia, il vero motore di ogni realtà. Grazie alle risorse anche i contributi delle famiglie diventeranno veramente volontari”.
Ma tutto questo ottimismo, per ora sbatte contro la realtà che viene denunciata dal sindacato, il quale fa notare che chi ha creato questo contorto meccanismo il quale – porterà all’assunzione di 1 docente su 5 che ha presentato domanda lontano dalla sua provincia, non 1 su 10 come va dicendo il ministro Giannini – ha messo su un vero ricatto: chi non accetta è fuori delle graduatorie. Anche se abita a Caltanissetta e la ‘ruota della fortuna’ lo ha spedito a Cuneo.
E quel posto perso si trasformerà pure in supplenza annuale, alimentando ancora precariato. Quindi il governo risolve i problemi “RICATTANDO” o meglio “IMPONENDO” le sue scelte e omettendo alcune implicazioni, come invece viene fatto notare dal sindacato e ribadito dal Presidente Anief, Marcello Pacifico.”
Il Miur ha infatti riattivato il meccanismo, già pluribocciato dai giudici, delle collocazioni in ‘coda’: solo la prima provincia di preferenza del precario aspirante al ruolo viene considerata dall’algoritmo ministeriale utile all’inserimento ‘a pettine’; in tutte le altre 99 province, i candidati al ruolo vengono relegati in fondo alle graduatorie.
Inoltre, l’amministrazione ha omesso di pubblicare quelle derivanti delle preferenze espresse dei precari, costringendoli a presentare le domande online, senza gli elementi necessari per capire se e dove valeva la pena chiedere l’assunzione con priorità, quindi saranno migliaia i docenti che verranno collocati online in province inaspettatamente lontane. E che chiederanno spiegazioni ai giudici, con il nostro patrocinio” (Fonte ANSA)