I ruderi dell’abbazia di Santa Maria di Corazzo – fondata dai monaci benedettini nell’XI secolo sui monti della Sila Piccola catanzarese, sulle rive del fiume Corace – per anni abbandonati a se stessi adesso sono diventati un polo di attrazione turistica grazie al FAI (Fondo ambiente italiano) e all’inserimento nella lista dei “Luoghi del cuore”.
Solo nell’estate del 2014 hanno avuto 3.000 visitatori, invece quest’anno le 3.000 presenze sono state raggiunte solo nei primi mesi del 2015. I turisti, accompagnati da una guida, scoprono la storia dell’abbazia ed il modo di vivere dei monaci benedettini nel XI secolo e dei cistercensi nel secolo successivo.
Ma, soprattutto, scoprono la storia di Gioacchino da Fiore, il terzo filosofo più studiato al mondo che proprio qui vestì l’abito monacale e diede alla luce le sue opere più importanti. E’ lui che ha ispirato “il cammino di Gioacchino”, una sorta di cammino di Santiago alla scoperta della Calabria e dei suoi borghi.
Ed è una delle colonne portanti del “progetto Gedeone”, nato dal sogno di un gruppo di volontari, appartenenti a diverse realtà, che insieme hanno deciso di far rivivere non solo Corazzo ma tutti i paesi del circondario presilano.