Quale sarà la sorte dello scalo di Reggio Calabria alla luce dello spostamento del Linate

aeroportodellostretto_ APRON compagnie aereeSiamo certi che la colpa della cancellazione del Linate da Reggio sia solo dell’Alitalia ? si chiede ApindustriaCalabria. E’ follia spostare da uno scalo ad un altro un volo che, come si legge, e in realtà si constata viaggiando, raggiunge la media annua dell’85% di riempimento, e cioè, in ultima analisi, porta utili importanti al vettore. Nessun imprenditore privato farebbe un simile errore, a meno che, nel cambio, non ne riceva ulteriori vantaggi. Il Linate del mattino, si è letto, è stato spostato da Reggio a Lamezia. In questo cambio Alitalia ne ha dovuto necessariamente ricavare vantaggi : senz’altro garanzia di pari riempimento (e questo è ipotizzabile), e ai medesimi prezzi di Reggio (e questo è un po’ meno immaginabile attesa la politica dei prezzi su Lamezia), e certamente qualcosa in più (altrimenti quale vantaggio ne ricaverebbe lasciando il certo per l’incerto ? ma, soprattutto, a quale scopo ?). Fatto sta che un volo di primaria importanza per l’utenza reggina e messinese è stato spostato su Lamezia. C’è ancora qualcuno che ha dubbi sulla fine dello scalo di Reggio ove si dovesse addivenire all’accorpamento dei tre aeroporti calabresi ? Basta leggere quel che è accaduto, solo nel recente passato, per Volotea, il cui volo per Venezia è stato clonato su Lamezia solo per fare concorrenza a Reggio, e poi ha abbandonato la Calabria? o del Torino di Alitalia, che per poco non ha subito la stessa sorte ? o del Roma di Vueling, che era venuta a Reggio di sua iniziativa, ed ha poi lasciato lo scalo dopo un mese asserendo di non essersi accorta che non aveva i piloti addestrati (una multinazionale attentissima alla pianificazione ?) ? o della mancata riconferma delle tratte per Pisa, Bologna, Genova, che tutte le statistiche riportavano piene ? A questo mirano i fans della società unica di gestione ? a centralizzare su Lamezia i voli migliori e lasciare a Reggio, nel migliore dei casi, l’eventuale contentino di qualche volo su Roma e forse su Milano ? O dobbiamo parlare, da quello che si è letto, e non smentito, sulla stampa, della distrazione su Lamezia dei fondi per infrastrutture destinati viceversa al nostro aeroporto ; del mancato utilizzo di quelli dell’incentivazione ai voli solo su Reggio, mentre su Lamezia e Crotone sembra che siano stati erogati (altrimenti come volerebbe lì Ryan Air ?) ; o del problema degli aiuti di Stato, che sembra aversi solo su Reggio ? anche dopo le decisioni della Commissione Europea ? e addirittura in merito al ripianamento delle perdite (cosa che qualsiasi ragioniere sa che, viceversa, è obbligo dei soci provvedervi) ; o dell’anacronistico problema delle limitazioni tecniche che c’era sullo scalo di Reggio ? o della formazione ai piloti ? o dell’allontanamento della disponibilità, tra gli altri, in passato, della Easy Jet, e oggi della stessa Ryan Air ? o dell’assurdo indebolimento dei collegamenti marittimi con Messina, che di fatto penalizza irreversibilmente l’utenza siciliana, e quindi riduce la potenzialità del nostro scalo ? o della sostanziale inutilizzabilità della stazione ferroviaria, praticamente quasi interna all’aeroporto reggino, mentre poi, viceversa, e giustamente, vengono stanziati cospicui fondi per portare i binari all’interno dello scalo di Lamezia ? o degli attuali collegamenti bus con la città e con il porto, non sincronizzati con gli orari dei voli ? o della mancata definizione della nuova aerostazione a Reggio, mentre a Lamezia è prossimo l’inizio dei lavori per un mega terminal ? o, ancora, malgrado i proclami, del mancato, sebbene obbligatorio, ripianamento delle perdite d’esercizio e dei vecchi debiti che la società di gestione si trascina e ne è appesantita ? o di tutti gli infiniti ostacoli e omissioni che si legge, e spesso si intuiscono, siano stati attuati contro lo scalo reggino ? per esempio del fatto che già a Gennaio 2013 l’Aeroporto dello Stretto era stato inserito negli allora 28 aeroporti di interesse nazionale, e nulla è stato portato avanti, se non pseudo paternità ? o che, sempre nel 2013, sembra che la concessione trentennale a Reggio si sia persa nelle more del passaggio da un ministro ad un altro ? o che, recentemente, in un similare passaggio di ministri, si sono allungati i tempi di sottoscrizione del decreto che istituiva su Reggio due tratte i cui oneri sono finanziati dallo Stato ? Anche, chi parla di liquidazione dell’ attuale società di gestione per la costituzione di una nuova non sa che, comunque, i soci della società liquidata, che, tra l’altro, sono tutti pubblici, devono ripianare i debiti, ergo l’operazione risulterebbe inutile, mentre, a fronte, la nuova società dovrebbe dotarsi di un capitale minimo di oltre € 3 milioni, e dovrebbe provvedere a farsi autorizzare e certificare dall’ENAC, anche se dovesse acquistare il ramo di azienda ? e con quali tempi ? Rimini, diciamo Rimini, nel cuore dell’Italia economica, ne è tuttora, purtroppo, il chiaro esempio. Dalla lettura e dall’analisi di tutto ciò, dunque, si rammarica ApindustriaCalabria, si appalesa il volere di chi conta in Calabria : Lamezia deve essere l’unico aeroporto calabrese, per fagocitarne tutta la sua utenza, e non solo, e, soprattutto, per catalizzare tutti i finanziamenti. E’ stato anche dichiarato ufficialmente, e da più parti. Non è stato un lapsus freudiano o un errore : probabilmente è questa la strategia. E chiudere, o limitare fortemente lo scalo di Reggio vuol dire vietare di fatto all’utenza messinese di utilizzarlo, a favore di quello di Catania : due piccioni con una fava sola. Ma Reggio è città metropolitana, obietta ApindustriaCalabria, ed è impensabile parlare di una città metropolitana senza un aeroporto. Quindi, Reggio, che non è Londra o Parigi (che hanno diversi scali), né Roma, o Milano, o Venezia (che ne hanno almeno due a distanza di meno di un’ora di bus/auto l’uno dall’altro), dovrà certamente avere uno scalo, ma uno solo. L’obiettivo, dunque, ci si chiede in ultima analisi, è che Lamezia diventi l’aeroporto dell’unica città metropolitana della Calabria ? Così, l’amara conclusione cui ApindustriaCalabria ritiene si voglia arrivare, è che Reggio non dovrebbe avere più il suo aeroporto. Così operando, chiuso lo scalo di Reggio, le cose potranno essere due sole : o la città metropolitana di Reggio Calabria accorpa nel suo territorio anche Lamezia, con il suo aeroporto internazionale ; ovvero la città metropolitana non sarà Reggio, ma Reggio-Lamezia, o altro ancora. E’ questo lo scenario futuro ipotizzabile ? Potrebbe anche andar bene tutto ciò, sostiene ApindustriaCalabria, se non fosse che a pagarne le spese, e tante, saranno i reggini, che si vedranno defraudare dell’ennesimo diritto e dovranno spostarsi a Lamezia, e, parzialmente, anche dei messinesi, che si sposteranno definitivamente su Catania o Palermo.

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