Mancano pochi giorni a settembre, e si avvicina il banco di prova decisivo per il governo Renzi, il quale ha già avanzato l’importante richiesta all’U.E. di un nuovo margine di deficit da cinque miliardi di euro e nel contempo ha annunciato agli italiani tutta una serie di tagli che dovrebbe avvenire nel 2016. La nuova legge Finanziaria pone il premier in una situazione delicata, da un lato deve evitare di sbagliare in Europa dall’altro i troppi tagli potrebbero far calare il consenso popolare già in netto ribasso. La mannaia dei tagli si abbatterà su 4 voci di bilancio nazionale: acquisti di beni e servizi, agevolazioni fiscali, ministeri e sanità. Quest’ultima contribuirà nel 2016 con circa 3 miliardi che si aggiungono a quelli previsti nell’anno in corso, in questo caso è un processo pianificato dal governo già dal primo anno del suo insediamento. La grande “torta” su cui intervenire è come sempre la spesa pubblica per i beni ed i servizi, secondo gli esperti del ministero, da questa voce si posso risparmiare circa 3,5 miliardi di euro, ma occorre intervenire sulla riduzione delle “stazioni appaltanti”. Infine l’intervento per risparmiare sui ministeri e sulle agevolazioni fiscali, entrambi contabilizzati con una cifra che oscilla tra 1,5 e 2 miliardi, ma che da sempre sono quelli di più difficile attuazione. Il governo Renzi pare che voglia sforbiciare su: agricoltura, pesca, armatori, autotrasporto. Il primo problema da cui partire in base ad indiscrezioni dovrebbe essere quello del trasporto ferroviario, pare che l’Italia abbia la media più bassa in Europa per i viaggiatori su bus e treni. Ma nessuno fin’ora se ne preoccupava perché le convenzioni sono firmate sulla base del chilometraggio, non della quantità di passeggeri. Oggi in Italia su 100 posti disponibili se ne occupano solo 22, ecco spiegata una buona fetta del deficit del trasporto pubblico. Per quel che riguardagli enti pubblici (ministeri,comuni,regioni, aziende sanitarie) non ci si è adeguati al tetto massimo degli stipendi fissato a 240.000 euro, ci sono ancora migliaia di dirigenti che continuano a guadagnare cifre più elevate. Infine un intervento importante riguarda le voci trasporto pubblico locale e le società partecipate da Stato ed Enti Locali, qui però si ragione su riforme triennali ma si dovrà sicuramente fare i conti con i Comuni ai quali Renzi ha già “promesso” di togliere entrate eliminando l’imposta sulla prima casa. Il governo per arginare gli sprechi dei Comuni potrebbe anche decidere di eliminare nelle partecipate comunale le figure dell’organo interno di vigilanza e del collegio sindacale e porre anche un “freno” all’abitudine non indispensabile di aprire una società partecipata (in- house) per qualunque servizio comunale.
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About the Author: Fabrizio Pace
Fabrizio Pace è giornalista e direttore del quotidiano d’Approfondimento on line www.IlMetropolitano.it e dell’allegato magazine di tecnologia e scienza www.Youfuture.it.