Il dato che emerge dal rapporto di Legambiente, ‘Salviamo le coste italiane’, è molto preoccupante. Con il 70,4% del litorale cementificato, è il Mar Tirreno, dalla Calabria fin su alla Liguria, a vedere maggiormente stravolte le sue coste. Segue il Mar Jonio con il 60,1% del litorale compromesso dall’attività dell’uomo ed il Mar Adriatico con il 53,9%. Come si legge su legambiente.it, la situazione peggiore risulta essere in Calabria “si è di fronte a dati impressionanti: su un totale di 798 chilometri sono 523 quelli trasformati da interventi edilizi, anche illegali. Tra il 1988 ed il 2011 sono stati consumati 11 km di costa soprattutto per seconde case e centri turistici. Le trasformazioni maggiori hanno riguardato la costa tirrenica dove gli edifici hanno cancellato importanti aree agricole, intaccato paesaggi montuosi di rara bellezza, avvicinato i centri esistenti, densificato e cementificato in maniera irresponsabile un patrimonio naturale inestimabile”. Nel dossier viene sottolineato che “questi processi non trovano ostacoli efficaci né nella legislazione esistente, né nell’attenzione da parte del governo, delle Regioni e dei Comuni che porti a un cambiamento nelle politiche. Quello che non possiamo permetterci è che i processi di trasformazione continuino, con una progressiva saldatura tra i centri costieri, cancellando irrimediabilmente l’identità e la bellezza dei centri storici e dei paesaggi agricoli e naturali lungo la costa”, cosi come dimostrano i rilevamenti sulle aree costiere effettuati da Legambiente. Oltre questo, la preoccupazione aumenta se si pensa che ci sono anche i fenomeni di erosione che caratterizzano le nostre aree costiere e i crescenti impatti dei cambiamenti climatici. Tutto ciò dovrebbe spingere l’Italia a un cambiamento delle politiche con l’obiettivo di mettere in sicurezza il territorio e le persone, cosi come sta avvenendo in altri Paesi. Come dice il rapporto “L’Italia si trova oggi di fronte a una grande sfida: salvaguardare e valorizzare un patrimonio straordinario al centro del Mediterraneo con un progetto che sia capace di conservare e di ricreare bellezza, proteggendo la natura residua, liberando l’accesso alle spiagge ed avviando diffusi cantieri di riqualificazione dell’esistente per rafforzarne la vocazione turistica e la vivibilità”.