Agosto 2015 sarà ricordato come il mese in cui il meccanismo europeo di stabilità ha approvato quello che è ufficialmente il terzo programma di aiuti a favore di Atene. Il Memorandum, quello che il governo Tsipras avrebbe voluto evitare e in vista del quale ha tenuto col fiato sospeso mezza Europa, è stato infine firmato dal vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombroviskis, e, oltre alle rigide condizioni imposte al popolo ellenico, prevede un esborso pari a 86 miliardi di euro. Se questo sia un passo avanti, lo dirà solo il tempo. Da più parti, infatti, non solo in Grecia ma anche in altri Stati dell’Unione, si fa avanti la tesi secondo la quale questo genere di aiuti non siano affatto positivi ma solo controproducenti, giacché devono essere accompagnati necessariamente non solo da riforme sociali a svantaggio dei cittadini ma anche da drastici interventi sulla spesa pubblica e sul sistema economico che viene esposto a discutibili svendite.
Insomma, dubbi e scetticismo restano tutti. E ad avanzarli e, guarda caso, proprio la Germania nella persona del Ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble, il quale, rimandando i giudizi a ottobre e parlando davanti al Bundestag – come ha riportato “IlGiornale” in un articolo a firma di Sergio Rame – ha affermato che “l’indebitamento della Grecia è estremamente alto”. “Non c’è nessuna garanzia che tutto questo piano funzionerà e i dubbi restano – ha chiarito ancora – tuttavia, considerando il fatto che il Parlamento greco ha già approvato la maggior parte delle riforme, sarebbe irresponsabile non dare alla Grecia la possibilità di un nuovo inizio”. Il Parlamento tedesco ha, quindi, provveduto ad approvare il terzo programma di aiuti a favore della Grecia, accogliendo la mozione dello stesso Schäuble, con 454 voti a favore, 113 contrari e 18 astenuti.
