Reggio Calabria è una città che si accinge a diventare città metropolitana, ma ancora, purtroppo, non è una comunità policentrica, ovvero non c’è stata quella auspicata integrazione delle periferie, abbandonate al proprio destino ed in completo stato di degrado, senza una politica inclusiva, tanto da considerarle quartieri dormitorio. I problemi sono sotto gli occhi di tutti e riguardano: emergenza e malfunzionamento del settore idrico, igiene ambientale e manutenzione stradale, servizi primari afferenti l’efficenza e l’efficacia della qualità della vita, dove manca ancora la progettualità. Cantieri aperti da un ventennio riguardanti opere ed infrastrutture ancora fermi. Una realtà che versa in uno stato di declino e sofferenza non più sostenibile. Ormai, da quasi un anno di amministrazione Falcomatà, la tanta proclamata “Svolta” tarda ad arrivare, anzi, se di “Svolta” si vuole parlare, i reggini l’hanno vissuta solo in negativo. E’ quanto afferma in una nota il Consigliere Comunale e Presidente della commissione “Controllo e Garanzia”Antonio Pizzimenti (Forza Italia). Dopo il tour elettorale con proclami strombazzanti, riscontriamo a tutt’oggi uno stato di abbandono soprattutto nelle zone interne della città, da Catona a Bocale, attraversando tutta la fascia collinare: incuria delle strade, con erbacce che sporgono da tutti i lati, servizio di illuminazione in alcune zone inesistente o fortemente danneggiato e servizio di raccolta rifiuti che funziona a singhiozzo. I problemi causati dai disservizi idrici sono gravissimi, tanto che, in una estate rovente come quella di quest’anno, i cittadini non sanno più come andare avanti. Un esempio emblematico, ma diffuso in tutto il territorio, è quello della zona nord della città, dove i quartieri di Concessa,Villa San Giuseppe, Rosalì, Arghillà e Catona, di acqua nei rubinetti ne hanno vista poca o niente. Ed intanto le bollette arrivano impetuose come una mannaia nelle tasche dei cittadini. Le strade della città tutta, da nord a sud, centro compreso, sono piene di buche e impraticabili da renderne impossibile la percorribilità. Ancora si attende che vedano la luce le grandi opere cantierate, ormai da anni, come il nuovo Palazzo di Giustizia, le aste del Calopinace e del Sant’agata o il completamento della rete idrica che porterebbe in città l’acqua della diga del Menta. E’ bastato un breve temporale per allagare mezza città e causare innumerevoli frane in diverse zone, segno che le precauzioni per evitare questi eventi sono solo un’utopia. Lo sviluppo economico è paralizzato, continua Antonio Pizzimenti, le piccole e medie imprese non riescono più ad andare avanti, causando un forte incremento della disoccupazione, il servizio sanitario è al collasso, l’aeroporto dello stretto non riesce a rilanciarsi e la squadra di calcio, simbolo della città, è fallita lasciando a casa tutti i gli addetti ai lavori che operavano al centro sportivo “Sant’Agata”. A tal proposito ricordo l’emendamento Nicolò “Salva Sant’Agata” bocciato in consiglio regionale con i voti contrari dei consiglieri reggini del centro sinistra (unico assente alla votazione Seby Romeo). Ma per il centro sinistra che guida questa città le priorità sono altre, come il registro delle unioni civili, il testamento biologico e tutta una serie di regolamenti modificati o di nuova istituzione, che non hanno portato nessun beneficio alla città. La giusta lotta all’evasione fiscale e all’occupazione abusiva del suolo pubblico, risponde a un principio che condividiamo, rispetto all’affermazione della legalità, in cui crediamo fortemente per lo sviluppo e crescita del territorio. Pur condividendo le ragioni di merito che “tutti devono pagare”, dall’inquilino del patrimonio edilizio agli esercenti, non condividiamo il metodo, arrogante ed irresponsabile dell’amministrazione, rispetto ad un provvedimento adottato in una fase cruciale della stagione in cui la città è visitata dal maggior flusso di turisti e i gazebo sono un riferimento per i tanti visitatori. Magari ce ne fossero tanti altri in via marina, adibiti anche a ristorazione, in linea ai modelli esistenti in altre città evolute. Nella nostra città una simile realtà avrebbe però un’altro richiamo, su un patrimonio definito da D’Annunzio “il più bel km d’Italia”. Per non parlare della questione “antipatica” dell’albergo Miramare, assegnata a quegli amici che hanno dato ospitalità alla segreteria del sindaco durante la campagna elettorale, o dei parenti indicati nelle costituende società “ in House”. I cittadini sono ormai pentiti di aver dato fiducia a questi amministratori, conclude Antonio Pizzimenti, che, a poco meno di un anno di consiliatura, hanno dimostrato di essere bravi solo nei proclami in un continuo “farò, farò, farò”. Sembra ancora di essere in campagna elettorale, in una città in cui il peggiore biglietto da visita è il decoro urbano, che interessa giardini e piazzette ricettacolo di spazzatura.
Consigliere Comunale
Dott. Antonio Pizzimenti
Forza Italia