Ripercorrendo i circa 10 mesi di governo cittadino dell’attuale amministrazione Giuseppe Falcomatà si possono ricordare già ben sette vicende discutibili .
1) Si era all’inizio ma già si delineavano la qualità degli interventi, l’Albero di Natale più povero e spoglio di sempre ( escluso quello della nefasta era commissariale) veniva posto sul Corso Garibaldi davanti al Teatro Cilea, certo in linea con una situazione economica straziante che c’era in città, ma 20€ per gli addobbi non sarebbero stati un eccesso, anche ad acquistarli dai numerosi abusivi che li vendevano sulla via centrale (dato che non si riescono a madar via.. allora tanto vale “usarli” ). Per non parlare dei vasi con le piante appesi in maniera instabile e poco sicura ai lampioni.
2) Il secondo intervento dubbio è stato quello in Commissione Statuti e Regolamenti quando è stato approvato il testo sulle unioni civili inserito frettolosamente all’ordine del giorno e la cui votazione si è svolta inspiegabilmente a pugno chiuso alzato.
3) La vicenda dell’onerosa consulenza ATAM assegnata su segnalazione, che è stata scontro verbale anche durante una trasmissione del direttore Chindemi a Reggio TV, tra Antonino Castorina e Lucio Dattola.
4) Il rinvio dell’udienza fallimentare sempre in relazione all’Atam, per mancati adempimenti dell’amministrazione. (semplice negligenza o strategia?)
5) Il caso Burrone, ovvero le infelici esternazioni che il neo-consigliere ha espresso su facebook e che sono stata fonte di acceso dibattito politico per qualche settimana in città. Frasi generiche dure e pesanti (alle quali sono poi seguite le pubbliche scuse) ma che hanno alimentato un clima di tensione con la minoranza contravvenendo a quelli che erano invece i propositi di collaborazione su cui si è fondata la campagna elettorale della coalizione vincente. Furono chiesta dai consigliere della minoranza le dimissioni del consigliere Burrone che però non vennero mai prese in considerazione dalla maggioranza.
6) La bestemmia durante la commissione Statuto e Regolamenti del presidente della stessa Demetrio Martino che ha allibito ed ha fatto abbandonare la seduta ai consiglieri di minoranza, così come da loro esposto nella conferenza stampa seguita all’episodio. Si erano, anche in questo caso, chieste le dimissioni dell’interessato che aveva prontamente provveduto a scusarsi con i presenti già dopo qualche ora.
7) L’assegnazione della struttura Miramare (o meglio parte di essa) ad un’associazione senza che vi sia stato un bando pubblico (ma il Sindaco ha detto che venerdì terrà una conferenza stampa al riguardo, quindi meglio non dire altro in quanto tutto potrebbe essere smentito). La delibera dell’assegnazione è oggi visibile, probabilmente tardivamente, sul sito del Comune. Certo se si trattasse di un affidamento diretto, ci sarebbe poco da dire o meglio poi saranno eventualmente gli avvocati a dire se si poteva o non si poteva fare. Qui possiamo solo contestare l’opportunità che un bene così importante ed ambito venga assegnato in base a dei criteri specifici. Un tipo di operato che in campagna elettorale veniva contestato ai precedenti governati. In più mortificare con altra destinazione quello che sembra perfetto per essere un Grand Hotel è a nostro avviso un grosso errore di valutazione. Addirittura due anni fa si parlava di venderlo per fare cassa …