L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) è tra i partner che guidano un team internazionale di vulcanologi e ingegneri in un progetto innovativo, denominato Krafla Magma Drilling Project, per campionare il magma profondo del vulcano Krafla, in Islanda. Obiettivo della ricerca: costituire una infrastruttura permanente per lo studio e la sperimentazione direttamente sulla camera magmatica nelle profondità del vulcano islandese, realizzando il primo osservatorio magmatologico al mondo. La presenza del magma profondo del vulcano Krafla è stata accidentalmente rivelata dalla società Landsvirkjun Power Co., partner del gruppo, durante le attività di ricerca dei fluidi supercritici ai fini dello sfruttamento geotermale. Nel corso di questa estate (2015), ricercatori dell’INGV condurranno esperimenti al vulcano Krafla al fine di definire, attraverso misure e prospezioni geofisiche e geochimiche, lo stato del vulcano prima delle operazioni di perforazione e tentare di ottenere immagini della camera magmatica obiettivo della perforazione, prevista per l’estate 2016. Il gruppo di ricerca si prefigge di ottenere informazioni dirette sulle caratteristiche del magma prima di una eruzione, potendo così testare decenni di modelli teorici e speculazioni sullo stato dei magmi in profondità. Lo studio permetterà una comprensione avanzata delle condizioni che preludono una eruzione vulcanica e una valutazione della possibilità di estrarre energia in condizioni di sicurezza presso vulcani simili, quali ad esempio i Campi Flegrei. Il progetto sarà finanziato dal prestigioso consorzio International Continental Drilling Program, lo stesso che ha studiato la faglia di San Andreas, in California, e che attualmente collabora con l’INGV per lo studio di perforazione scientifica ai Campi Flegrei con il progetto Campi Flegrei Deep Drilling Project (CFDDP). Il vulcano Krafla è costituito da una caldera, ovvero un’ampia area del diametro di circa 10 km sprofondata in seguito al verificarsi di eruzioni che hanno rapidamente svuotato camere magmatiche superficiali, indebolendo l’assetto strutturale del sistema e causandone il collasso gravitativo. Dal 1975 al 1984 il vulcano è stato sede di una intensa attività eruttiva, caratterizzata dall’emissione di abbondanti colate di lava, inizialmente lungo sistemi di fratture e successivamente da aree specifiche sulle quali sono andati formandosi coni di scorie. Oggi il vulcano presenta notevoli analogie con la caldera dei Campi Flegrei, localizzata sul margine Ovest di Napoli; in entrambi i casi si tratta di un sistema calderico, sede di abbondante circolazione idrotermale e soggetto a intrusioni di magmi che formano sacche a pochi chilometri di profondità (intorno a 2 km per il Krafla, probabilmente intorno a 3-4 km per i Campi Flegrei).
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