Riceviamo e Pubblichiamo
Gentile direttore, la ringrazio anticipatamente se vorrà dare seguito a questa mia segnalazione correlata da foto, con la quale voglio esprimere tutta la mia indignazione. Sono una reggina assidua frequentatrice della nostra bella riviera ionica e in particolare, nella stagione estiva, della spiaggia di Capo Bruzzano.
Conosco e sono legata a questo luogo da quasi 30 anni e ogni volta che sono da quelle parti anche nelle altre stagioni, mi fermo a verificare lo stato in cui si trova. Perciò so bene delle trasformazioni che in questi anni sono avvenute al paesaggio sia naturalmente che per mano dell’uomo. Un tempo, prima che aprissero gli accessi che oggi permettono di godere di questo bel tratto di spiaggia da tre punti diversi, per poter arrivare al mare, si scavalcava il guard rail scendendo per improvvisati sentieri, dopo l’attraversamento della ferrovia.
Bellissime dune rendevano la spiaggia unica ed esotica, con terrazzamenti a più livelli dove cespugli di macchia mediterranea, formavano una barriera naturale e la proteggevano dal mare in burrasca. Lì ad inizio della stagione estiva si trovavano tantissime varietà di conchiglie e gusci di ricci.
Oggi anche se del paesaggio sopra descritto non rimane molto, Capo Bruzzano è sempre luogo di attrattiva e di invidiabile interesse naturalistico. Come si può vedere dalle foto, l’incantevole tratto di spiaggia è di una bellezza selvaggia, reso ancora più suggestivo da una bianca scogliera che si protende fino al mare per lasciare qua e la sculture dalle forme più svariate.
Acque cristalline e fondali ricchi sono meta per appassionati di subacquea nelle cui profondità possono sbizzarrirsi alla ricerca di flora e fauna marina. Un rifugio per chi come me ama stare lontano dalle grandi folle. Su questa spiaggia e in questi fondali si sono ritrovati dopo millenni, vasellame e altri manufatti. L’ultimo nell’agosto 2012, quello del reperto bronzeo “la testa del leone” i cui recenti accertamenti ne hanno attestato l’autenticità e stabilito risalente all’epoca romana. Nella zona definita “dei laghetti”, le rocce si adagiano fin nelle acque a formare un tavolato, un palco sul mare.
Lì su un tratto di spiaggia adiacente, le tartarughe Caretta Caretta vanno a deporre le loro uova. Chi si ferma fino all’imbrunire, può assistere allo spettacolare volo di rientro dei gabbiani. Stanchi uno a uno si allineano come sentinelle sulla riva, si riappropriano della loro dimora e godono del meritato riposo. Ma la cura e tutela dei luoghi da parte delle istituzioni dovrebbe avvenire a prescindere se questi sono più o meno belli. Nel caso di Capo Bruzzano, per il primato indicato dalla foto del cartello turistico, maggiormente e con responsabilità poichè ne potrebbe scaturirebbe un sicuro sviluppo turistico. Purtroppo si deve constatare che alla bellezza e ricchezza del luogo, ormai da diversi anni, corrispondono abbandono, incuria.
Dalle istituzioni che se ne dovrebbero occupare disinteresse, mancanza di senso civico da parte di molti bagnanti. Un’altra foto mostra come cade in errore anche chi voleva ammonire villeggianti incivili. Egli stesso li supera commettendo uno sfregio al patrimonio naturalistico. Da anni ormai insistono baracche e ruderi di cemento che all’occorrenza vengono predisposti per gazebo ristoro solo per il mese di agosto. Agli angoli delle stradine di accesso mucchietti di immondizia e rifiuti vari lasciati da chi un pò il senso civico l’ha avuto rispetto a chi invece per pigrizia li abbandona in spiaggia. Ogni tanto per fare pulizia a questa spazzatura e alle sterpaglie qualcuno vi appicca il fuoco.
Privo è infatti il circondario di cassonetti o sacchetti, per non parlare della mancanza di cartelli che richiamino al dovere di cura e rispetto per l’ambiente.
Quello che vorrei fare con questa mia segnalazione è un appello alle istituzioni cui compete la salvaguardia e la cura della spiaggia (il comune di Bianco, la provincia?) chiedendo più attenzione verso tali luoghi. Ci vuole poco a rendere le stradine che portano alla spiaggia più sicure dotandole di parapetti e ringhiere, a posizionare dei cestini per la spazzatura e piuttosto che trovare quelle scritte sulla roccia , piantare dei cartelli per richiamare al doveroso senso civico bagnanti e villeggianti “distratti”.
Mi piacerebbe poi sentirlo quel “mon dieu” esclamato da turisti francesi nel leggere l’ obbrobriosa scritta che fosse nuovamente pronunciato per la sola suggestione emanata dalle meraviglie di Capo Bruzzano, fra le dieci spiagge più belle d’Italia.
Lucrezia Praticò