Nei giorni scorsi la Commissione Europea ha dato il via libera al Programma Operativo Nazionale Città Metropolitane 2014 – 2020 (PON METRO). Grazie ai rilievi mossi da più parti, nella versione approvata i Comuni capoluogo non saranno gli unici beneficiari delle risorse, come previsto inizialmente, in quanto assumeranno semplicemente il ruolo di Organismo Intermedio; in altre parole attraverso i Comuni capoluogo transiteranno le risorse destinate agli interventi, ma questi ultimi potranno riguardare anche gli altri Comuni delle Città Metropolitane. Si tratta di un provvedimento importante che va nella direzione da noi più volte sottolineata: la Città Metropolitana non può essere Reggio centrica, occorre costruire il sistema delle convenienze per l’intero territorio. Proprio quello delle risorse era stato uno dei primi e dei più importanti motivi di diffidenza dei Comuni più periferici, che in diverse occasioni hanno manifestato la propria contrarietà a un processo costitutivo della Città metropolitana che non li vedesse coinvolti con pari dignità. Nella mia qualità di Consigliere ANCI, Delegato alle Città Metropolitane, offro la mia disponibilità a favorire il confronto per avviare una nuova fase costruttiva tra tutte le amministrazioni comunali della Città Metropolitana, che consenta di superare le divisioni e i rancori. Per questi motivi, grazie alla disponibilità della locale amministrazione comunale, si terrà a Gioia Tauro, giorno 4 Agosto presso Palazzo Baldari alle ore 18, la prima conferenza tecnico-politica della città metropolitana, alla quale sono invitati a partecipare tutti i nostri 97 Comuni. Ritengo doveroso coinvolgere, fin dalla fase d’avvio, anche la componente tecnica di ogni Comune, accanto a quella politica, in quanto occorre recuperare il tempo perduto procedendo speditamente a individuare le singole operazioni da realizzare nell’arco di tutto il periodo di attuazione del Programma. E in questo processo dovranno divenire protagonisti anche i cosiddetti corpi intermedi della società, portatori di interessi legittimi ma anche di competenze qualificate. Ritengo opportuno, altresì, che vengano definite in quella sede le modalità di raccordo tra tutte le singole istanze, chiedendo collaborazione a tale scopo alle componenti accademiche di ricerca che nel corso degli anni hanno dimostrato competenze specifiche e capacità di far dialogare i saperi interdisciplinari. Uno dei nodi fondamentali sarà costituito proprio dalla capacità di selezionare azioni di valenza strategica avendo davanti ipotesi alternative e risorse scarse. E la scelta non può essere affidata più alle “idee” dei decisori di turno: occorre restituire razionalità ai processi decisionali, proprio perché occorre garantire il massimo risultato ottenibile con le poche risorse disponibili. Ma occorre anche applicare il principio di sostenibilità considerando non solo la dimensione ambientale: interventi privi della necessaria sostenibilità sociale ed economica (non solo in fase di realizzazione ma soprattutto nella fase gestionale), sono destinati al fallimento; il rischio è di avviare opere che rimarranno incompiute o, peggio, realizzare le ennesime cattedrali nel deserto, spesso non necessarie per i territori e per le quali i Comuni non hanno poi le risorse per gestirle! Occorre rendere meno arbitrarie le decisioni, operando scelte sulla base della consapevolezza delle loro ricadute concrete, reali. Solo così si potrà restituire dignità e rappresentatività alla classe politica, rendendo trasparenti i processi decisionali e componendo così interessi conflittuali tra loro.
Dott. MASSIMO RIPEPI
Consigliere Comunale di Reggio Calabria (Forza Italia)
Delegato alle Città Metropolitane della Commissione Politiche Istituzionali e Riforme dell’ANCI Nazionale.
Membro del Coordinamento dei Sindaci delle Città Metropolitane dell’ANCI Nazionale.