Secondo quanto emerso dall’indagine condotta dall’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, nei primi cinque mesi dell’anno i contratti a tempo indeterminato hanno fatto registrare un aumento pari a 152. 722 unità, mentre sono diminuite le assunzioni in apprendistato (-19.021) rispetto al medesimo periodo del 2014. Segnale da non sottovalutare questo che potrebbe lasciare ben sperare ma che, probabilmente, deve essere necessariamente ricollegato sia all’ottimismo legato alla riforma del lavoro che alla successiva attuazione dei decreti attuativi. Inoltre, è bene ricordarlo, dovrebbe essere rapportato ad altri dati economici non sempre confortanti e a tratti controversi rilevati negli ultimi mesi. In aumentano risultano anche i full-time rispetto ai part-time.
In quest’ottica, quindi, sarà fondamentale verificare se i dati emersi – che, tra l’altro, hanno fatto segnare anche un aumento dei contratti a termine (+51.270) – saranno confermati anche nella stagione autunnale e, quindi nel periodo settembre-novembre, prima dell’arrivo delle vacanze natalizie.
Nei primi cinque mesi dell’anno (gennaio- maggio) – rileva ancora l’Inps – le assunzioni a tempo indeterminato sono state 760.059, pari al 25,1% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, sebbene il mese di maggio abbia fatto segnare un calo del 2,6% rispetto ad aprile (il 41,5% rispetto al 44, 1%). A questi dati, tuttavia, vanno rapportate le diverse tipologie di cessazione – contratti a tempo indeterminato, assunzioni in apprendistato e contratti a termine – pari a 1.853.097, corrispondente al 5% in meno rispetto allo stesso periodo del 2014 che aveva fatto registrare una cifra pari a 1.932.510.
In conclusione, la differenza tra nuove assunzioni (2.351.183) e cessazioni (1.835. 097), è pari a 516.086, rispetto a quanto verificatosi nello stesso arco temporale considerato nel 2014, ovvero 233. 702.