L’illusione della comunicazione che ci viene continuamente propinata da questa amministrazione, non viene supportata dalla complessità delle emergenze, quelle vere e quelle create, della città. Acqua, spazzatura, manutenzione stradale, emergenza abitativa, rom, trasporti, viabilità vengono tamponati senza una visione d’insieme, senza un progetto per la città. Assistiamo giornalmente ad un tripudio di “noi siamo belli e bravi” mentre quelli di prima “erano brutti e cattivi”. Fermo restando che molti dei “brutti e cattivi di prima” siedono sui banchi della maggioranza, o direttamente o per proprietà transitiva, non si può ridurre a questo l’azione amministrativa. Quanto sia ambiguo ed enigmatico il rapporto di tutta questa rigogliosa flora e fauna che ruota intorno a questa pseudo amministrazione, i reggini lo hanno capito. La città è abbandonata a se stessa, ogni assessore cerca di farsi un’”immagine” assaporando fantomatiche carriere politiche, infischiandosene dei problemi della città. C’è più amore per il partito o la tribù di appartenenza che per la città. Vagano, disertori della vanga alla ricerca di vetrine dove dimostrano ancora di più la loro incapacità ed incompetenza. L’unico che sembra avere le idee chiare è l’assessore Marino, che, onnipresente dietro le quinte, convoca tavoli e tavolini per far apparire vero il verosimile (gomitola, raggomitola). Ma lavora nell’interesse della città? Vedremo! L’occupazione militare di tutti i posti di governo e sottogoverno va dai trombati del PD, nominati garanti, agli ambitissimi posti di Direttori Generali camuffati da commissari. La vicenda ATAM è stata trattata alla stregua di un fotoromanzo, vedi il pasticciaccio “castoriniano”, con un PD aggrovigliato tutto teso a nomine e nominicchie, ma poi non ci dicono che anche in caso di non fallimento ci saranno un mare di licenziamenti. Per non parlare dell’ultimo consiglio che sulla mozione proposta dal centrodestra sulla salvaguardia dell’università di Reggio, ha visto ancora una volta il famoso ”contrordine compagni” per mano dell’”Oratore” Albanese che non lo voleva votare perchè gli interessi del suo partito superavano quelli della città di Reggio. La nostra visione liberale, che include la visione morale religiosa, non ci permette di rimanere in passivo silenzio di fronte ad un decadimento cosi massiccio del bene comune della città. Nel rispetto del pluralismo, riteniamo che la città abbia bisogno del ricongiungimento dei valori politici affermati nella concezione della giustizia con i valori morali che sono riconosciuti come veri all’interno del cristianesimo. Reggio si merita di meglio, bisogna reagire e far reagire la società per ridare futuro e dignità alla nostra città altrimenti ogni sforzo sarà vano.
Dott. MASSIMO RIPEPI
Consigliere Comunale di Reggio Calabria (Forza Italia)
Delegato alle Città Metropolitane della Commissione Politiche Istituzionali e Riforme dell’ANCI Nazionale.
Membro del Coordinamento dei Sindaci delle Città Metropolitane dell’ANCI Nazionale.