Anche quest’anno si è riaperta la caccia alle balene nei mari del nord Europa, in barba a tutti gli appelli degli ambientalisti e a quegli studi fatti da illustri scienziati che le danno in via d’estinzione. La prima balena della stagione è stata uccisa, è Greenpeace nonostante il mercato della carne sia in reale crisi di richiesta in quanto la gente si è sensibilizzata al problema. Tre sono i Paesi, che più di altri, non riescono a fare a meno di cacciare le balene e sono Giappone, Islanda e Norvegia. Quest’ultima ha programmato di cacciare fino a 154 balenottere comuni durante l’arco del 2015, anche se questa specie è inserita nell’Appendice I della Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (Cites) e considerate in pericolo. La Corte internazionale di giustizia, ente giudiziario delle Nazioni unite esaminando la situazione del Giappone ha stabilito che il programma di Tokio non ha scopi scientifici e che si abusa dell’esenzione per la ricerca scientifica. Se non si interviene seriamente il massacro si ripeterà anche quest’anno e si affievoliranno sempre più le speranze di salvare una specie sull’orlo dell’estinzione.