Il referendum greco e le opposizione in Italia

Meloni: “scioglimento concordato dalla zona euro, governando il processo di ritorno alle monete nazionali”. “La bozza per il Parlamento europeo è già pronta”.

Salvini: “Tutti stanno bocciando l’Europa, questa Europa della disoccupazione, dell’immigrazione incontrollata e della moneta sbagliata”

Euro GreciaChe il referendum sia stato un importante momento di democrazia è fuori di dubbio. Lo riconoscono tutti, persino le istituzioni europee, che, dopo giorni di forte scetticismo e irritazione, pare siano sul punto di riaprire le porte dei dialogo. Probabilmente le dimissioni dell’ormai ex Ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, sono state un segnale decisivo in questo senso. Sul punto e su ciò che accadrà nei prossimi giorni, tuttavia, si può soltanto speculare, almeno per il momento.

Ma in Italia quali sono state le reazioni? La sinistra radicale, insieme a Beppe Grillo, si è schierata sul fronte del no e ha dato il proprio appoggio sia al governo ellenico che al popolo in questa scelta drammatica. La democrazia è salva, dunque, sebbene resta da vedere se sarà salva(ta) anche la scelta espressa. Certo, è anche vero che sia il Movimento cinque stelle, come Sel, sul tema euro hanno espresso tesi spesso contrastanti e controverse nel corso del tempo. GrilloNichi VendolaE, se i pentastellati da poco scopertisi contrari alla moneta unica e per il ritorno a quella nazionale (salvo eventuali futuri nuovi ripensamenti), i seguaci di Vendola, accompagnati dal resto della variegata sinistra progressista, di mettere in discussione la permanenza all’interno dell’eurozona non ci pensa neppure. No all’austerity, quindi, e sì a riforme che si coniughino con la giustizia sociale. Il dramma è che a molti sta venendo in mente che è proprio il sistema monetario ed economico dell’Ue che mal si coniuga con una visione sociale dell’economia. Insomma, a traballare è l’intero impianto, mica poco. Il rischio, ormai da (quasi) tutti ammesso è che, tra non molto, imploderà da solo di pari passi con il rafforzarsi delle istanze nazionaliste e identitarie. Come, forse, è giusto che sia.

MeloniE tra queste forze, nazionaliste e identitarie, si colloca senz’altro Fratelli d’Italia. “L’insegnamento del voto greco è che i popoli hanno capito che l’Unione Europea della Merkel e dei tecnocrati ha arricchito la Germania e gli usurai e ha prodotto disoccupazione e povertà in tutto il resto d’Europa. I greci oggi dicono basta ed è ora di dire basta anche in Italia. Ma ancor prima di un referendum sarebbe il caso di far scegliere agli italiani i propri governi, invece di continuare a farsi imporre da Bruxelles degli Esecutivi fantoccio”. Così il Presidente Giorgia Meloni, che già in precedenza aveva chiarito che sebbene non le “piacciono né Tsipras né le posizioni economiche della sinistra”, “con il voto di domenica i greci possono bocciare la gestione di questa Europa in mano a comitati di affari di usurai. Per questo farò il tifo per il no”. L’ex Ministro della Gioventù, tuttavia, ha le idee molto più chiare di quelle di Vendola e compagnia cantando. La sua posizione è nota: quella odierna, quella che ha fallito tanto per intenderci, è l’Europa intesa come comitato di affari di usurai e non ha nulla a che vedere con l’Europa dei popoli e delle patrie. Allo stato attuale l’unica strada percorribile, secondo FdI, quindi, è proprio quella che passa dal recupero della sovranità, non solo politica (eliminando i “governi fantoccio messi dalla Troika”) ma anche monetaria, “attraverso lo scioglimento concordato dalla zona euro” e “governando il processo di ritorno alle monete nazionali senza dover aspettare il default di uno Stato membro”. Cosi in un intervista al “Il Tempo” dove ha concluso che la bozza per il Parlamento europeo è già pronta.

salvinieuroNon molto diversa, almeno per le premesse, la posizione del leader della Lega Matteo Salvini, reduce da un viaggio in Calabria. L’europarlamentare leghista è uno dei più critici nei confronti dell’Ue, che definisce Unione Sovietica Europea della disoccupazione e dell’immigrazione, e dell’euro che definisce “moneta sbagliata” ma, da qualche tempo, la prospettiva dell’uscita dall’eurozona per un ritorno a una moneta nazionale è diventata poco trasparente. Concorda, tuttavia, sulla necessità di “una Nuova Europa, fondata sul lavoro e sul rispetto dei Popoli”. Su un punto essenziale, tuttavia il numero uno del Carroccio ha pienamente ragione: “Perché l’Italia deve continuare a essere massacrata per dare i soldi alle banche tedesche che hanno dato i soldi alla Grecia? Non ci sono più soldi per fare figli, sposarsi e uscire di casa. Se questa è la vostra bella Europa dei conti a posto tenetevela voi”

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About the Author: Luigi Iacopino