di Fabrizio Pace – Giuseppe Scopelliti, ex governatore della Regione Calabria, torna a “parlare” e lo fa oggi rilasciando un’intervista a Salvatore Dama per Libero.
L’argomento della discussione attualissimo è la Legge Severino e la decadenza dalle funzioni pubbliche che ne deriva. In questi giorni c’è stato il botta e risposta tra il neo-Governatore della campania De Luca e l’Avvocatura dello Stato.
Ad oggi l’ex sindaco di Salerno è riuscito a fare sospendere la sospensiva “scattata” con l’applicazione della Legge Severino e ad accedere alle proprie funzioni istituzionali.
Scopelliti, in una situazione molto simile, decise invece di dimettersi, lasciare la poltrona, per la quale invece altra gente farebbe “carte carte false”, evitando in questo modo l'”onta” di subire una legge ingiusta e mal formulata che lo avrebbe fatto decadere da Presidente della Regione Calabria perché condannato in primo grado, per abuso d’ufficio in una vicenda relativa agli anni 2007\2008 quando, sindaco di Reggio, aveva autorizzato una dirigente esterna a rappresentare il Comune presso una commissione Tributaria.
Anche nell’intervista odierna Scopelliti si mostra sereno nel ripercorrere la vicenda ma molto amareggiato per la differenza di trattamento che subì riguardo ai tempi con i quali si procedette nel suo caso, rapidissimi e retroattivi, (era pronto il decreto che dichiarava la sospensione subito dopo la pronuncia della sentenza) e la flemma e con la quale invece si è svolta la vicenda di De Luca per la quale si sono attesi correttamente i tempi tecnici.
La realtà dei fatti è che l’ex-governatore calabrese non si è “inchiodato” alla poltrona, come tanti altri, non ha fatto ricorso in quanto ha deciso di attendere, fiducioso nella giustizia, che la sua vicenda giudiziaria personale, sopra citata, si concluda con una riabilitazione piena perché essere un rappresentate istituzionale senza avere la fiducia della gente che si rappresenta “incarna” esattamente la situazione per la quale spopola oggi la disaffezione verso la politica e ciò che di più alto dovrebbe invece rappresentare.