“Le parole di Maria Carmela Lanzetta al dirigente del suo partito che si è occupato della Calabria non possono lasciare indifferenti. Raccontano del senso d’impotenza con cui chi crede in una Calabria diversa troppo spesso si trova a convivere soprattutto parlando con ‘chi decide’. Tu sei donna, facilmente attaccabile, spesso isolata, aldilà dei ruoli, racconti una Calabria che esiste e parli di una Calabria che potrebbe esserci. È facile trovarti derisa, mentre tanti, troppi, con sorrisi sornioni e pacche rassicuranti sulle spalle spiegano che loro sono in grado di gestire tutto, che lo fanno da decenni, che conoscono le regole della politica, che conoscono le regole della Calabria. Ed in quella Calabria che Maria Carmela Lanzetta definisce Gattopardesca convivono in tanti e non solo politici, la politica è una parte che consente ad un sistema amministrativo, pseudoproduttivo, di economia malata ed anche di coloro che dovrebbero controllare di sopravvivere. Perché un sistema sopravvive se chi deve controllare la legalità, in realtà vigila che il sistema resista.
Ed allora accuse di trasversalismo, come se la politica calabrese non vivesse d’intrecci d’interessi. Finte indignazioni, ipocrisie, ombre. Questa legislatura è finita il giorno in cui Oliverio non ha saputo districarsi fra gli interessi e gli appetiti dei suoi e ha rifiutato di assumere il timone. È finita il giorno in cui si è deciso di procedere per proclami piuttosto che per azioni. Ora forse si potrà andare avanti a singhiozzo, in una palude di lotte e di recuperi di facciata. La verità triste è che seppure ha ragione Maria Carmela Lanzetta quando dice che i calabresi rumoreggiano e non credono, non sono più come lei convinta che abbiano non la forza ma la volontà di scegliere, di assumersi responsabilità civiche, preferiscono continuare, nella maggior parte, a non guardare, ad essere sudditi fedeli del potere purché il potere di turno di ricordi di loro. La verità politica ancora più triste è che questa legislatura è partita senza Ali, non si sceglie di andare a governare la Calabria come premio finale di una carriera politica, in Calabria si deve tentare di volare con il rischio di bruciare quelle ali, ma abbiamo necessità di chi ha lo sguardo rivolto verso l’alto e verso il sogno, non di chi nasconde la testa nella terra. Si sente il fragore delle spade che s’intrecciano, si sente il vocio incontrollato del chiacchiericcio romano che si rincorre annunciando l’apocalisse ed intanto sembra si faccia finta di nulla. Per alcuni l’ultima settimana è come non ci fosse stata, è come se l’orologio si fosse fermato a molti giorni addietro perché alcuni fatti hanno scombinato piani e strategie, ma io ritengo come Maria Carmela Lanzetta che sia meglio inforcare gli occhiali e cercare di guardare la realtà. Ed è una realtà che fa pochi sconti, anzi che costringerebbe tutti ad un esame molto più accurato”.
Jole Santelli
Coordinatore Forza Italia Calabria