La denuncia: in bilico il futuro dei lavoratori delle partecipate

conferenza stampa reges recasi destraSi sa. Molto spesso, quando i tempi per trovare soluzioni concrete a problemi delicati e imminente vanno via via restringendosi, può essere alto il rischio di porre in essere comportamenti confusionari e poco trasparenti e di cadere, conseguentemente, in contraddizioni, se l’azione amministrativa non segue criteri di efficienza e responsabilità.  Questo, insieme a molto altro, è quanto denunziato stamattina in conferenza stampa presso la sede del coordinamento del comitato per la ricostruzione del centrodestra, da Franco Germanò, già presidente Recasi, Oreste Romeo e Alessandra Bordini, responsabili di “Reggio Futura”, rispettivamente, per i rapporti con l’informazione e per il settore lavori pubblici ed infrastrutture. In sala erano presenti anche due consiglieri dell’opposizione, Massimo Ripepi di Forza Italia e Antonino Matalone di Reggio Futura. In effetti, il tema, delicato e molto controverso, ha avuto come oggetto una questione – quella riguardante la situazione attuale e le prospettive future delle società partecipate del Comune, Recasi e Reges – che nel corso delle ultime settimane ha assunto una dimensione sempre più centrale all’interno del dibattito politico, sia per l’alone di grande incertezza che rischia di compromettere l’apparato politico-amministrativo, sia per i risvolti sociali, al momento fortemente incerti, che potrebbero condizionare negativamente la vita di numerose famiglie reggine.

Oreste RomeoUna conferenza-denuncia, quindi, quella di oggi, in occasione della quale Oreste Romeo, che ha introdotto i lavori, ha ricordato come, nonostante siano imminenti le date di scadenza dei contratti di servizio – il 26 luglio per la Recasi e il 3 ottobre per la Reges – da parte dell’amministrazione non ci sia (e non ci sia stata) la dovuta trasparenza, in merito alla “volontà di salvaguardare la posizione dei lavoratori di queste due società”, sia per ciò che concerne un’eventuale proroga dei contratti (nel caso della Recasi, in particolare, vi sarebbe una sentenza del Consiglio di Stato che ammette tale possibilità di un’ulteriore proroga), sia rispetto alla data di scadenza – 31 dicembre 2015 – per la costituzione della società unica che dovrebbe conglobare Recasi e Reges, con avvio previsto entro la data del 31 marzo 2016. Ma, secondo Romeo, tale volontà contrasterebbe anche con la richiesta indirizzata alla governance di queste due società da parte dell’Amministrazione comunale, di convocare un’assemblea straordinaria avente a oggetto la messa in liquidazione delle due società. Gli scenari che si aprono, pertanto, sono i più vari possibili.

Alessandra BordiniAnche la responsabile di Reggio Futura, Alessandra Bordini, ha posto l’accento sul futuro del territorio e su quello delle famiglie dei circa 150 lavoratori delle due società, soprattutto nell’ipotesi in cui la nuova società non dovesse essere operativa entro il 31 marzo 2016. È necessario, secondo quanto ha affermato, salvaguardare, capitalizzando le risorse, quello che per il comune è un vero patrimonio composto da lavoratori che hanno ottenuto competenze specifiche rispetto ai servizi che devono essere garantiti, nell’ottica dell’individuazione di posti di lavoro che – ha continuato – deve essere una priorità nel pensiero del sindaco.

Franco GermanòMa la denuncia più imponete è contenuta nell’intervento fiume di Franco Germanò, presidente Recasi per sei anni, il quale, insistendo in modo dettagliato sulle contraddizioni contenute nelle due delibere, ha dichiarato che una delle due contiene falsità ideologiche. La prima infatti, quella del 27 aprile, contiene non soltanto apprezzamenti rispetto alle esperienze delle due società e all’utilità arrecata alla città ma anche riferimenti alla volontà di prosecuzione di tali esperienze in ordine alla nuova società che, come anticipato, dovrebbe conglobare Recasi e Reges. La seconda, quella del 19 giugno, invece, fa clamorosamente marcia indietro e, contraddicendosi, introduce l’eventualità dell’impossibilità di rinnovare i contratti di servizio. Su questa scia è, quindi, tornato anche sul tema dell’eventuale liquidazione, denunciando il concreto pericolo di licenziamento per i lavoratori. Germanò, con buona pace per i suoi oppositori, si è lanciato in un durissimo intervento, spaziando dalle vicende Sogas e Leonia a quanto verificatosi immediatamente dopo, sino ai settori dell’urbanistica e dell’informatica, attraverso il quale ha messo in evidenza errori e lacune, confusioni terminologiche e di contenuti (tra utili e ricavi di bilancio), rivendicazioni controverse e  giochetti politici che sono incomprensibili, se non nei termini del pagamento di cambiali politiche contratte in campagna elettorale, accusando l’attuale amministrazion quantomeno di incompetenza e incapacità se non addirittura di essere in malafede. 

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About the Author: Luigi Iacopino