Forse è ancora presto per parlare di svolta, ma che la situazione richiedesse uno spinta, anche lieve, era chiaro a tutti da diverso tempo. D’altra parte la vicenda dei due marò italiani, al centro di una (apparentemente) complessa crisi tra Italia e l’India, iniziata nel 2012, a seguito dell’uccisione di due pescatori indiani attribuita (in modo molto controverso) dalle autorità indiane ai due fucilieri italiani, rischiava di sprofondare ulteriormente nel pantano.
“L’Italia – si legge in una nota del Ministero degli Esteri – ha attivato oggi l’arbitrato internazionale sul caso dei Fucilieri di marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, nel quadro della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare. La decisione, che il Parlamento aveva sollecitato, è stata presa a conclusione della necessaria fase negoziale diretta con l’India e di fronte alla impossibilità di pervenire a una soluzione della controversia”. Come si ricorderà, la Corte indiana, qualche mese fa, aveva inoltre deciso di rinviare la discussione del ricorso contro la Nia, la polizia investigativa nazionale indiana, a dopo il periodo estivo.
“L’Italia – si legge ancora – chiederà immediatamente l’applicazione di misure che consentano la permanenza di Latorre in Italia e il rientro in Patria di Girone nelle more dell’iter della procedura arbitrale. Da parte italiana, vi sarà un impegno a tutto campo per far valere con la massima determinazione le ragioni a fondamento della nota posizione italiana sulla giurisdizione e sull’immunità. Obiettivo è la conclusione positiva della vicenda, protrattasi sin troppo a lungo, dei nostri due Marò ai quali il governo rinnova la sua vicinanza”. “Il governo – conclude – nelle ore precedenti l’attivazione dell’arbitrato ha informato della decisione i Presidenti delle Commissioni Esteri e Difesa del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati”.
