Sarà l’ennesimo caso di “doppia giustizia” e connessa “doppia morale”? Lasciamo ai lettori l’ardua sentenze. Sta di fatto, tuttavia, che il Tribunale di Napoli, accogliendo il ricorso presentato dal sindaco eletto tra le fila dell’Italia dei Valori avverso la sospensione dalla carica che ricopre, consentirà all’ex Pm di Catanzaro di continuare la sua esperienza istituzionale. Sebbene non vi sia nulla di cui stupirsi, giacché una conclusione del genere era (quasi) scontata, il sindaco di Napoli resterà in carica, con buona pace di chi invocava (ma neppure con troppa convinzione) l’applicazione della Legge Severino.
Tale legge (190/2012), recante, come è ormai ampiamente noto, “disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione”, è stata poi seguita dal Decreto legislativo 235/2012, i cui punti principali riguardano l’incandidabilità , l’incandidabilità sopravvenuta, il divieto di assunzione e svolgimento di incarichi di governo e la sospensione e decadenza di diritto degli amministratori locali in condizione di incandidabilità.
Contestata sin da subito, il dibattito si è riacceso in seguito alle vicende che hanno riguardato soprattutto Silvio Berlusconi e appunto De Magistris. Quest’ultimo, in particolare, ha sempre contestato l’applicazione della legge nei suoi confronti e, oggi, a seguito della pronuncia del Tribunale ha dichiarato che la sospensione avrebbe leso il diritto sia del candidato (n questo caso lui ndr) che degli elettori, in quanto, si legge sul sito del Tgcom24, “si riconosce che chi è stato eletto, e nel mio caso quando la legge Severino non c’era, deve poter esercitare il diritto-dovere di svolgere le funzioni”. “Ora la Consulta stabilirà i corretti confini costituzionali della norma – prosegue il sindaco di Napoli che si dice felicissimo – il diritto mi dà ragione e mi auguro che si sia intrapreso quel definitivo percorso che mi deve portare nei prossimi mesi ad avere giustizia su tutti i fronti”. Tesi controversa quella del sindaco del capoluogo campano, che qualcuno vorrebbe far valere solo per pochi (“amici” ?) ma non per tutti (Berlusconi in primo luogo).
Ma “giustizia” potrebbe essere fatta anche nei confronti di un altro caso che sta scaldando il dibattito politico-giuridico da mesi, quello cioè che vede protagonista l’ex sindaco di Salerno, il “democratico” De Luca, con una vicenda giudiziaria e relativa condanna in primo grado e nonostante questo, da poco eletto governatore della Campania.