C’è chi parla di Lega 2.0, c’è chi accusa il leader del Carroccio di voler sbiadire lo storico colore verde della Lega e di voler cancellare una storia, probabilmente quella che ha caratterizzato il movimento guidato da Umberto Bossi per tanti anni, ma Matteo Salvini non ci sta. Rimanda le accuse al mittente e chiarisce che alla base c’è “semplicemente la convinzione che solo insieme possiamo vincere, da Nord a Sud, per tornare a lavorare, per tornare sicuri e liberi”. Un po’ come Roma che – parafrasando un po’ l’Italia intera – deve essere libertà da quella “sciagura” rappresentata dal sindaco Ignazio Marino che “ha trovato la soluzione di tutti i problemi: la destra torni nelle fogne”. Espressione, questa, di rarissimo quanto squisito sentimento democratico.
E, cosi, cercando di combattere “pensiero unico”, “centri a-sociali”, oppositori politici e di (avan)spettacolo, tra cui Fedez e Piero Pelù, l’eurodeputato lombardo ha ringraziato i “tantissimi che ieri hanno fatto molte ore di pullman e di auto per essere a Pontida, dalla Puglia e dal Salento, da Roma, dalla Sicilia, dalla Campania” e ha lanciato il patto diretto a liberare “questa Italia, per noi e per i nostri figli”. Impegni gravosi, quelli assunti dal numero uno del nuovo corso leghista che, tuttavia, devono indurre a qualche riflessione in più. Perché di promesse, di assunzioni di impegni, di slogan, ce ne sono stati tanti nel corso degli ultimi anni, e non solo quelli dell’attuale (non eletto) Presidente del Consiglio e leader del Pd, Matteo Renzi. Certo, non v’è dubbio che Matteo Salvini stia animando un Paese sulla base di proposte e progetti alternativi, non più diretti al solo nord ma estesi anche al sud, come è anche vero che questi progetti portano con se la necessità di essere chiariti e diffusi. E, allora, mettendo da parte il tema spinoso del contrasto all’immigrazione incontrollata, quali sarebbero le ricette della Lega di Salvini che, senza rinnegare il passato e senza sbiadire colori e rinnegare una storia, vorrebbe vedere siciliani, calabresi e veneti, uniti per sconfiggere Renzi? È l’economista Claudio Borghi, candidato del Carroccio alla guida della regione Toscana, a spiegarlo. Intervistato dal Corriere della Sera, chiarisce che “nel nostro programma ci sono ingredienti di destra, come la flat tax che piace ai repubblicani Usa, e altri di sinistra, come la piena occupazione in Costituzione e un certo interventismo statate”. Il primo passo consiste nell’uscita dall’euro per recuperare sovranità e controllo della moneta, aspetti necessari per contrastare il ricatto cui l’Italia è sottoposta. Successivamente si potrà pensare anche ad altre misure, come un ritorno alla scala mobile.