Lo abbiamo capito, ormai da diversi anni, quella dell’RC Auto è destinata ad essere l’ennesima “questione italiana”, farraginosa e ambigua. Sino ad oggi, per chiunque avesse tentato di districarsi nel complesso mondo delle assicurazioni, l’impresa si sarebbe trasformata in una sorta di “mission impossibile”.
Si è tentato di individuare motivi e circostanze di tale complessità, tra i quali il numero elevato di frodi ai danni delle compagnie assicuratrici da parte di un numero ristretto ma prepotente di assicurati, ma il dato che adesso appare più significativo è che, secondo quanto affermato da Salvatore Rossi, presidente dell’Ivass, in Italia ci sono stati “progressi considerevoli”, tanto che, sebbene “da molti anni è il Paese dalle tariffe più alte nel confronto internazionale”, “poco mancherebbe ad una vera e propria svolta”.
Proprio sulla base di quanto emerge dalla relazione sull’attività svolta dall’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni nell’anno 2014, si capisce che il capitolo frodi assume una rilevanza di prim’ordine. “Alla lotta alle frodi – si legge – l’IVASS contribuisce” attraverso diversi strumenti, tra i quali: analisi, elaborazioni e valutazioni delle informazioni desunte dalla gestione della banca dati sinistri; richieste di informazioni alle imprese di assicurazione per verificare le segnalazioni pervenute; segnalazioni alle imprese di profili di anomalia riscontrati nelle banche dati.
Non meno importante, poi, è il completamente dell’analisi e della realizzazione “della prima fase dell’archivio informatico integrato (AIA – Archivio Integrato Antifrode) per la prevenzione e il contrasto delle frodi nel comparto della responsabilità civile veicoli”.
La relazione, tuttavia, ha come oggetto tutti gli ambiti di analisi, iniziando dalla struttura e concentrazione del mercato e della raccolta premi. Sul primo fronte, rileva come “gli ultimi dati statistici divulgati dall’OCSE sull’andamento del mercato assicurativo mondiale nel 2013 hanno parzialmente confermato i segnali di ripresa già manifestati nel corso del 2012; sul secondo, invece, con riferimento al comparto vita si è assistito nel 2013 a forti disomogeneità nella dinamica della raccolta premi” (l’Italia fa segnare una crescita pari a +21,3%, posizionandosi alle spalle della Finlandia e del Portogallo, ma superando Paesi come il Regno Unito e Stati Uniti).
Si legge ancora che “i premi del solo lavoro diretto italiano ammontano a 143,3 miliardi di euro (+20,7% rispetto al 2013): di questi il 77,1% riguarda il settore vita, pari a 110,5 miliardi di euro (+29,9% rispetto al 2013) mentre il 22,9% è relativo alla gestione danni, pari a 32,8 miliardi di euro (-2,6% rispetto al 2013)”.
Non meno importante è inoltre il settore dei prezzi effettivi RC auto, che riguarda gli “importi dei premi effettivamente pagati dagli assicurati per la garanzia RC auto e le principali componenti che, nei contratti stessi, concorrono alla determinazione del prezzo finale”.
Si evince che ”il premio medio pagato dagli assicurati (tavola I.58) per i contratti stipulati o rinnovati tra il 1° ottobre e il 31 dicembre 2014 è pari a 475 euro, il 50% degli assicurati paga un premio superiore a 428 euro, il 10% degli assicurati più di 740 euro mentre solo il 10% degli assicurati paga meno di 265 euro”. Nel 2014 il premio medio è diminuito del 7,8%.