Pagamenti ASP RC, il Vicepresidente Berti: « Sistema privo di logica. Le imprese chiudono, il debito aumenta»

Il vicario di via del Torrione ricostruisce ogni passaggio: Grazie alle imposizioni della burocrazia regionale gli oltre 200 milioni inviati per il pagamento dei debiti giacciono nelle casse dell’Ente ed il loro mancato impiego produce ulteriori debiti per interessi di 16,5 milioni l’anno

conf_Asp reggio calabria«La situazione che si è determinata all’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria è paradossale, quasi kafkiana. Per un verso, apprendiamo dalla stampa di vicende che vanno certamente chiarite, in ordine ad alcuni pagamenti eseguiti due volte ed evidentemente autorizzati da qualcuno. Per l’altro, ci sono centinaia di imprenditori che rischiano di chiudere e migliaia di lavoratori che rischiano il posto, aspettando di ricevere dalla sanità pubblica somme legittimamente maturate». È quanto affermato, nel corso di una conferenza stampa, dal vicepresidente vicario di Confindustria Reggio Calabria, Valerio Berti, responsabile del settore Sanità degli industriali della città dello Stretto. All’incontro con gli organi d’informazione hanno preso parte anche il presidente di Confindustria Reggio Calabria, Andrea Cuzzocrea e l’assessore provinciale alla Cultura e alla Legalità, Eduardo Lamberti Castronuovo. «Nelle casse dell’Asp – ha spiegato Berti – ci sono 200 milioni di euro destinati a pagare i debiti dell’Azienda ma le sabbie mobili di una burocrazia regionale che paralizza il settore pubblico stanno portando a un inesorabile fallimento centinaia di creditori che restano insoddisfatti. E mentre tutto questo avviene, o per meglio dire non avviene, i debiti dell’Azienda crescono a dismisura per effetto degli interessi passivi che paga la collettività. In questo quadro, vogliamo capire anche con quali criteri si proceda alla scelta e all’ordine preferenziale dei creditori da pagare». Con l’ausilio di slide, il vicepresidente Berti ha illustrato in maniera dettagliata il processo di esecuzione nei confronti dell’Asp: «Procedimenti nei quali l’inerzia della pubblica amministrazione sta generando interessi passivi fissati dalla legge all’8,25%. Tradotto in soldoni, sui 200 milioni di euro in possesso della BDE, la Bad Debt Entity, l’Asp vede crescere il proprio debito di 16 milioni e mezzo all’anno».  Ad avviso del rappresentante degli industriali, «l’Asp, di fronte alla pretesa di un creditore che ha ottenuto un decreto ingiuntivo dal Tribunale, dovrebbe pagare automaticamente senza opporsi, perché l’opposizione strumentale è una forma di lite temeraria. L’Azienda, se si costituisce, sa già di soccombere in giudizio. E il contenzioso strumentale, secondo giurisprudenza della Corte di Cassazione, causa un danno erariale. Chi risarcirà l’Asp degli interessi passivi e delle spese legali?». Il vicepresidente di Confindustria ha tenuto a sottolineare «l’impegno profuso dai vertici dell’Azienda, in particolare dall’attuale commissario Santo Gioffrè, che ha inteso fare chiarezza rispetto a situazioni che risalgono a molto tempo fa ma che producono effetti pesanti anche sulla gestione odierna del comparto. Un settore che, giova ricordarlo, assorbe circa il 70% del bilancio della Regione e dunque costituisce la principale voce di spesa per l’Ente. Al tempo stesso parliamo di un ambito che ha ricadute economiche, dirette e in termini di indotto, di enorme portata anche in provincia di Reggio Calabria». Berti ha evidenziato come «a fronte dei 60 giorni di tempo che la legge concede per il pagamento delle fatture, a causa dell’ipertrofia della burocrazia e della presenza di procedure cervellotiche, l’Asp di Reggio salda i suoi debiti in oltre 330 giorni, quando va tutto bene. Abbiamo calcolato che una fattura, prima di essere pagata, percorre oltre 1.200 chilometri dal momento in cui viene consegnata dal fornitore a quello in cui viene materialmente emesso il bonifico». In questo quadro, le richieste di Confindustria Reggio Calabria sono chiare: «Evitare il contenzioso strumentale, pagando subito a fronte di un decreto ingiuntivo esecutivo; spiegare con chiarezza i criteri in base ai quali gli uffici amministrativi scelgono quali crediti soddisfare e quali no; e infine, quale sia il criterio di individuazione dell’ordine di pagamento dei creditori stessi». In questo contesto, ha concluso Valerio Berti, Confindustria Reggio ribadisce la propria «piena disponibilità a collaborare con l’Asp, come già più volte evidenziato in tavoli tecnici e pubblicamente, per uscire da un’impasse che sta causando danni pesantissimi all’economia del territorio». «Stiamo registrando situazioni di illegittimità – ha rilevato il presidente Cuzzocrea – sotto il profilo amministrativo e burocratico, non più tollerabili. L’enorme mole di denaro pubblico a disposizione delle aziende non può rimanere ferma nei cassetti, specie in un momento come quello che stiamo vivendo, in cui le imprese faticano a restare in piedi e ad affrontare le sfide del mercato. Un’azienda, di qualunque settore, che ottiene un decreto ingiuntivo esecutivo, ha il diritto di essere risarcita del danno subito. Perché di danno parliamo quando delle prestazioni vengono retribuite magari dopo tre anni».
«Che l’Asp abbia la disponibilità di somme pari a duecento milioni di euro e non paghi – ha detto l’assessore Lamberti Castronuovo – è anche un problema etico strettamente legato al rispetto della legge. Le aziende in difficoltà che non possono fare nuovi investimenti mediante le somme a cui hanno diritto, generano delle criticità sotto il profilo occupazionale, imprenditoriale e, soprattutto, il rischio stesso di alimentare i cosiddetti poteri economici ‘paralleli’, visto che le banche oggi erogano somme con grande difficoltà».

Ufficio stampa Confindustria Reggio Calabria

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