18\06\2015 – Non si preoccupino parenti, amici e sostenitori del sindaco Falcomatà, la caduta è solo simbolica o meglio di stile, ma non per questo, a nostro avviso, meno preoccupante e mortificante. E non si preoccupino neppure gli alleati di centrosinistra e i capigruppo di maggioranza al Consiglio Comunale, perché la caduta, benché possa ugualmente danneggiare l’immagine della nostra città e provocare un pericoloso strappo culturale e sociale, non è di quelle che determinano conseguenze fisiche. Anche se, a pensarci bene, sarebbe meglio aggiungere “almeno per il momento”, considerando il clima pesante che da mesi si sta respirando in città. Il sindaco – secondo certa stampa, tra i più amati d’Italia, anche se per il momento ha fatto poco – è cascato sulle affermazioni\post Facebook del consigliere Filippo Burrone che, nel corso del tempo, è riuscito nella delirante impresa di difendere criminali (Tito e Stalin), avallandone scelte e azioni assassine (foibe e gulag), e offendere quella memoria storica che ancora grida giustizia per il sangue che è stato versato (circa 20 milioni di morti). Insomma, per il signor Burrone, non bisogna esagerare, qualificandole come “cose assurde e tremende”, e non bisogna neppure fare i puritani e i moralisti – questo, nel pieno rispetto della cosiddetta “doppia morale”, è ammissibile, verrebbe da aggiungere, soltanto quando conviene – o vergognarsi del passato e della “pulizia di collaborazionisti e negazionisti”, perché – conclude solennemente uno dei consiglieri della “svolta primaverile”, “noi stavamo dalla parte giusta”. Ma, a parte questo e a parte le altre considerazioni volgari riservate ai due marò, qualificati come assassini, e agli avversari politici, senza dubbio inammissibili per un rappresentante istituzionale, quello che colpisce è l’atteggiamento del sindaco. Perché, adesso, non ci sono di mezzo soltanto gli attacchi gratuiti alle opposizioni odierne e alla destra in generale, ma un atteggiamento inqualificabile, rispetto al quale riteniamo che al diretto interessato non resti altro che dimettersi. Il silenzio di Falcomatà rischia, di fatto, di trasformarsi, non solo e semplicemente in un assenso in merito a quanto emerso nelle ultime ore, e al comunicato dei capigruppo di Maggioranza, ma anche in una forma di vera protezione. Il sindaco, che è il sindaco dei reggini, invece e sempre a nostro avviso, dovrebbe prendere pubblicamente le distante da quanto scritto dal “suo” consigliere, cercando così di tranquillizzare gli animi, soprattutto di chi assume posizioni di difesa, e dare conseguentemente un esempio di credibilità istituzionale e sociale perché certe affermazioni – non lo si dovrebbe neppure sottolineare – rischiano di inasprire i rapporti e peggiorare le già critiche condizioni della città. In passato, la sinistra cittadina ha già chiesto, e ottenuto, dimissioni per molto meno. Adesso non si tradisca e, con il suddetto senso di responsabilità, il sindaco allontani l’autore dei “post” sui social.